Invece di aspettare la concessione edilizia in sanatoria è sufficiente una perizia giurata da un tecnico qualificato. E' questa la novità annunciata ai cittadini dal sindaco Enzo Bianco questa mattina. Rilanciando una legge regionale del 2003, intende coniugare «efficienza amministrativa, soddisfazione del cittadino e introiti per le casse comunali». Un provvedimento simile a quello lanciato da Scapagnini nel 2008, ma che non ha raggiunto i risultati sperati. «Questa volta saranno più informati», promette il sindaco
Edilizia: per la sanatoria basta una perizia Il sindaco Bianco: «Una piccola rivoluzione»
Sono 22mila le richieste di sanatoria edilizia giunte al Comune di Catania e non ancora esitate. Una difficile situazione, che vede un totale di 28mila e 438 pratiche riferite alle leggi sulle sanatorie del 1985, del 1994 e del 2003. L’amministrazione ha quindi tentato di risolvere la situazione snellendo le procedure burocratiche. Applicando larticolo 17 della legge regionale numero quattro del 2003, infatti, non è più necessario aspettare il benestare dagli uffici comunali, ma è sufficiente una perizia giurata di un tecnico qualificato, in sostituzione della concessione edilizia in sanatoria. «Con la sola perizia giurata, e quindi unassunzione di responsabilità, coniughiamo efficienza amministrativa, soddisfazione del cittadino e introiti per le casse comunali», afferma il sindaco Enzo Bianco. Per il quale è «Fondamentale, naturalmente, la collaborazione con gli ordini professionali».
Il Comune inizierà inviando un avviso a un campione di circa 600 cittadini, pari al numero di pratiche esitate ogni anno dagli uffici comunali. Verranno informati della possibilità di chiudere velocemente la pratica attraverso le nuove regole. Notevole il ricavo che se ne potrebbe ricavare: «Circa un milione e seicento mila euro per le 600 pratiche iniziali», spiega lassessore allUrbanistica Salvo Di Salvo. Che si augura di «tenere questi ritmi ogni tre mesi».
Così facendo, il ruolo dei dipendenti comunali si limiterà ai soli controlli. «I controlli a campione molto accurati ci dovranno comunque essere», afferma infatti Bianco. Per quanto riguarda il denaro che se ne ricaverà, «sarà reinvestito per rendere più vivibili alcune zone della città in cui mancano anche le infrastrutture essenziali, come lilluminazione e la rete fognaria», spiega il primo cittadino.
La soluzione annunciata con soddisfazione da Bianco e il suo staff questa mattina, non rappresenta in realtà una vera e propria novità. La legge di riferimento, del 2003, e già stata applicata dallamministrazione guidata da Umberto Scapagnini, che lanciò una iniziativa di sensibilizzazione simile, preservandosi il compito di intervenire in particolari situazioni. «L’amministrazione comunale intende definire tali istanze di condono edilizio ed il rilascio della relativa concessione di sanatoria ove ne ricorrano le condizioni», si legge in un comunicato del 17 ottobre 2008. Allo scopo era anche stata istituita una commissione di liberi professionisti, che non ha portato i risultati sperati. «Nel 2007 sono stati stipulati contratti con 140 liberi professionisti che dovevano lavorare 10mila pratiche, ma ne hanno chiuse solo tremila. spiega oggi Bianco – Noi abbiamo deciso di superare e risolvere questi contratti e fare una piccola, vera, rivoluzione che prevede prima di tutto linformazione a chi ha le pratiche in sospeso», afferma il sindaco.
«E vero che la legge prevede da tempo la possibilità di presentare la dichiarazione di inizio attività senza dovere aspettare gli uffici comunali, ma è anche vero che cè la tendenza a non fidarsi e quindi a volere unautorizzazione preventiva dal Comune. Speriamo che così cambi qualcosa», afferma la responsabile della direzione Urbanistica, Gabriella Sardella.
E sempre nellottica di percorrere la strada verso la legalità, Bianco fa sapere che lamministrazione ha deciso di farsi carico dellabbattimento di cinque case abusive nellOasi del Simeto. «E una nostra iniziativa dice ancora Enzo Bianco – un’operazione costosa per il Comune, ma che comunque va fatta, perché il segnale che vogliamo dare è tolleranza zero».