Un'unica governance per snellire e diversificare gli obiettivi delle infrastrutture marittime dei principali centri di questa parte dell'isola, secondo il criterio dell'area vasta indicato dall'Unione europea e in parte coincidente con la proposta di tagli delle autorità portuali del ministro Lupi che però vede per la Sicilia un'unico vertice a Palermo. «Non disperdere come oggi le loro vocazioni, turistiche o commerciali, sarebbe un vantaggio per le economie locali», spiega Andrea Tassone, del Tavolo. Che immagina un porto etneo aperto ai cittadini. In attesa di un meeting specifico previsto per venerdì
Porti, regia unica in Sicilia Orientale La proposta del Tavolo per le imprese
«Noi reputiamo che queste infrastrutture possano essere volano per l’economia locale. La situazione attuale è sicuramente ingessata ma, accendendo i riflettori, ci aspettiamo un ritorno positivo per la collettività». In principio fu l’aeroporto etneo. Adesso sarà il porto di Catania al centro del nuovo dibattito organizzato dal Tavolo per le imprese cittadino dal titolo Porto dello Ionio, un mare di opportunità, fissato per venerdì 7 marzo alle 9.30 nell’aula magna del Palazzo delle Scienze. Una discussione aperta sulle possibilità di sviluppo di una delle principali infrastrutture cittadine, con due punti fermi: la proposta del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi – confermato dal nuovo premier Matteo Renzi – e le direttive dell’Unione europea.
«Al momento le autorità portuali sono autonome, non in linea con l’Europa che chiede di applicare il criterio dell’area vasta e le loro criticità si ripercuotono sul territorio – spiega Andrea Tassone, imprenditore del Tavolo – La nostra idea è verticalizzarle e dare a ciascuna una vocazione specifica, che sia turistica o commerciale, senza disperdere il loro potenziale come invece viene fatto adesso con delle autorità che in sostanza fanno tutte la stessa cosa. Lo scopo finale è quello di dare una prospettiva al territorio». Il criterio dell’area vasta è indicato dall’Unione europea alle città per riorganizzare il proprio territorio in maniera più efficiente nel periodo 2014-2020. «In parole povere, una sorta di consorzio tra queste realtà, con un’unica governance contro la loro dispersione».
Così, raggruppati in una sola cabina di regia, ci sarebbero un porto a vocazione turistica come Catania e uno a naturale spinta commerciale come Augusta. Ma anche Messina, Siracusa, Pozzallo e Gela, ciascuna con le loro specificità. «Questo faciliterebbe il raggiungimento degli obiettivi e la predisposizione degli interventi programmatici – continua Tassone – L’idea è quella di rafforzare il concetto di ampio distretto logistico». Una proposta che si avvicina a quella del ministro delle Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi in linea con la spendig review del periodo: tagliare le autorità portuali, da 24 a otto, e sostituirle con delle authority. Enti dall’organico più snello, mediatori tra pubblico e privato. Ma, per la Sicilia, Lupi avrebbe previsto un’unica cabina di regia. Come appare scontato, a Palermo. «Mentre noi ne vedremmo una occidentale e una orientale, perché un’unica autorità regionale sarebbe troppo dispersiva», spiega Tassone.
«Un passaggio non indolore», ammette lo stesso imprenditore, e che passerebbe anche dai tagli alle poltrone, oggi suddivise tra presidenti o commissari e i loro governi per ogni singola autorità portuale. «Di certo è una sfida», continua. Ma ormai necessaria per lo sviluppo economico delle città che dalla fine di questa frammentazione potrebbero trarre reali benefici. Gli stessi che al meeting verranno esposti dai docenti universitari coinvolti. «Perché l’obiettivo è dare una risposta concreta», spiega il membro del Tavolo. Che ha già una sua idea chiara: «E’ allucinante che il porto di Catania sia chiuso, murato – commenta – Rafforzare il concetto di porto turistico porterebbe mediamente 100 euro al giorno per turista, secondo i dati statistici». Rimuovendo innanzitutto i silos che si trovano di fronte al porto e riportando alla luce quel complesso di locali, ristoranti e vita sociale il cui germoglio era nato qualche tempo fa ma è poi scomparso. «Dare insomma la possibilità ai cittadini di accedere, ammirare le navi e respirare l’area che c’è all’interno del porto. Non come adesso che sembra di chiedere il permesso per entrare a casa propria».
L’apertura del meeting sarà affidata a Carlo Alberto Tregua, fondatore del Quotidiano di Sicilia, e agli eventuali saluti dei rappresentanti istituzionali invitati: il sindaco di Catania Enzo Bianco e il governatore regionale Rosario Crocetta. Tra gli interventi programmati, quello di Enrico Maria Pujia, della direzione generale del Trasporto marittimo del ministero delle Infrastrutture e di Vincenzo Garofalo, deputato della IX commissione; dei docenti dell’università etnea Antonino Greco e dell’ateneo di Reggio Calabria Francesco Russo; dell’assessore siciliano alle Infrastrutture e mobilità Nino Bartolotta; dei presidenti della confederazione italiana armatori Emanuele Grimaldi e di Assoporti Pasqualino Monti. A coordinare l’incontro sarà Giuseppe Ursino del Tavolo per le imprese.
[Foto di Totò Calì]