Agrigento, il Salvatore di Bernini tra le polemiche «È autopromozione di Alfano». E arriva la replica

Arte, potere e politica. Il trasferimento ad Agrigento del Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini sta facendo più parlare di sé per le polemiche riguardanti il peso avuto dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, che per la portata culturale dell’evento. Il busto marmoreo seicentesco, tradizionalmente conservato nella basilica romana di San Sebastiano fuori le Mura, sarà ospitato nella chiesa di Santo Spirito. Si tratta dell’ultima opera creata dal maestro napoletano.

Come detto, però, al momento a tenere banco sono altre questioni. Ad attaccare in particolar modo è il Movimento 5 stelle, intervenuto nelle commissioni Cultura alla Camera e al Senato: «Lo spostamento dell’opera da Roma ad Agrigento in coincidenza con la sagra del mandorlo in fiore appare come un’operazione di autopromozione da parte del ministro dell’Interno al limite dell’abuso – si legge in un’interrogazione a firma della deputata Maria Marziana -. Alfano si è mosso con lo stile tipico di un ras locale». 

Per i cinquestelle, ci sarebbero serie possibilità per cui il ministro avrebbe goduto di un iter di favore che consentisse l’arrivo in Sicilia della statua: «È vero che la scultura appartiene al patrimonio Fondi edifici di culto (Fec), gestito dal Viminale ma, comunque, il ministero ai Beni culturali deve dare il via libera con almeno quattro mesi di anticipo per lo spostamento dell’opera – continuano i parlamentari – e del rispetto di tale tempistica chiediamo conto al ministero del collegio romano, dal quale vogliamo anche sapere quali siano stati i criteri di conservazione e fruizione pubblica adottati».

Dal canto suo, il diretto interessato rimanda al mittente le accuse, rilanciando sul presunto antimeridionalismo dei pentastellati: «Agrigento è una città di storia, di arte e di cultura che merita questo Bernini e questo Bernini merita Agrigento – commenta Alfano -. Il resto sono polemiche strumentali, un po’ antimeridionali e con una certa supponenza intellettuale». Del resto, secondo il ministro, «questo non è il primo spostamento del Salvator Mundi – continuato il ministro – in un’altra città. Eppure è la prima volta che determina polemiche, forse perché siamo ad Agrigento. Per me questo è inaccettabile». Il responsabile del Viminale, inoltre, aggiunge che «i beni del fondo edificio di culto sono fruibili non solo nei luoghi dove essi si trovano, ma anche in modalità itinerante». Alfano ha poi assicurato che l’intenzione del Viminale è quella di riuscire a fare arrivare ad Agrigento anche le opere di Caravaggio.


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