Caso Manca, pentito accusa i servizi segreti La madre: «Emerge verità negata dallo Stato»

«Sto versando per la prima volta quelle lacrime che tengo dentro da dodici anni. Sono addolorata ma felice che la verità che mi è stata negata anche da quello Stato e da quelle istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini, finalmente viene fuori attraverso i pentiti. Oggi è un grande giorno per il trionfo della verità e della giustizia». A parlare è Angela Gentile Manca, la madre di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona trovato morto nella sua abitazione di Viterbo il 12 febbraio 2004. Dodici anni fa quella morte fu archiviata come suicidio, ma la sua famiglia ha sempre denunciato che Attilio era stato ucciso perché scomodo. 

Attilio Manca era stato il primo urologo italiano a intervenire chirurgicamente sul cancro alla prostata con il sistema laparoscopio. Una specializzazione che secondo la famiglia lo portò a operare a Marsiglia in gran segreto l’allora latitante Bernardo Provenzano. L’urologo probabilmente capì chi era il suo paziente e per questo fu tolto di mezzo. Una verità scomoda perché, come spiega Angela, «quello di mio figlio è stato un omicidio di Stato, ma adesso sta avendo giustizia». A conferma della verità che i genitori e il fratello hanno sempre raccontato, spunta adesso un verbale – riportato a stralci ieri dalla Gazzetta del Sud -contenente le dichiarazioni dell’ex boss militare di cosa nostra barcellonese Carmelo D’Amico. Il collaboratore di giustizia rivela anche che a uccidere Manca sia stato un agente dei servizi segreti «bravo a far apparire come suicidi quelli che erano a tutti gli effetti degli omicidi». Questo verbale è stato depositato dal sostituto procuratore Salvatore Scaramuzza lunedì mattina davanti al collegio del tribunale del Riesame presieduto dal giudice Antonino Genovese, per dimostrare l’appartenenza dell’avvocato Saro Cattafi alla mafia barcellonese anche dopo il 2000. Quest’ultimo è considerato dagli investigatori uomo di mafia collegato con la massoneria e i servizi segreti.

«Sono profondamente indignata verso quelle istituzioni che negano la verità ai cittadini – attacca Angela Manca -. Una settimana dopo che mio figlio fu trovato senza vita andai a denunciare che non poteva essersi trattato di suicidio. Era una persona solare, non si sarebbe mai ucciso». Attilio Manca fu trovato cadavere sul letto. Era seminudo e dentro una pozza di sangue. Sul corpo c’erano numerose macchie, aveva il setto nasale deviato e sul braccio sinistro recava i segni di due iniezioni. Le indagini e la scientifica conclusero che l’urologo era morto per overdose. Un mix di eroina e tranquillanti. «Era impossibile che si fosse iniettato la droga nel braccio sinistro, Attilio era mancino». Un particolare che la mamma e il fratello Gianluca fecero notare insieme a tanti altri dettagli che però non furono mai presi in considerazione.

Il racconto del collaboratore di giustizia parte proprio dall’uccisione dell’urologo: «Poco dopo la morte di Attilio Manca – si legge nel verbale riportato dalla Gazzetta del Sud – incontrai Salvatore Rugolo (medico morto in un incidente stradale ndr), fratello di Venerina e cognato di Pippo Gullotti (boss di Barcellona negli anni ’90 ndr). Lo incontrai a Barcellona, presso un bar che fa ad angolo, situato sul ponte di Barcellona, collocato vicino alla scuola guida Gangemi. Una volta usciti da quel bar, Rugolo mi disse che ce l’aveva con Saro Cattafi, perché “aveva fatto ammazzare” Attilio Manca, suo caro amico. In quell’occasione Rugolo mi disse che un soggetto non meglio precisato, un generale dei carabinieri amico di Cattafi, vicino e collegato agli ambienti della Corda Fratres (circolo locale spesso accostato alla massoneria di cui hanno fatto parte politici, magistrati ed esponenti mafiosi ndr), aveva chiesto a Cattafi di mettere in contatto Provenzano, che aveva bisogno urgente di cure mediche alla prostata, con l’urologo Attilio Manca, cosa che Cattafi aveva fatto». Nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia si legge ancora: «Rugolo non mi specificò se l’urologo Manca era già stato individuato come medico che doveva curare Provenzano e se il compito di Cattafi era soltanto quello di entrare in contatto con Manca, o se invece fu lo stesso Cattafi che scelse e individuò Manca come medico in grado di curare il Provenzano. Rugolo Salvatore ce l’aveva a morte con Cattafi perchè, proprio alla luce di quel compito da lui svolto, lo riteneva responsabile della sua morte che non riteneva certo un caso di overdose».

D’Amico riferisce infine di un colloquio con il boss Nino Rotolo, mentre si trovava nel carcere di Milano-Opera al 41 bis: «Mi confidò che erano stati i servizi segreti a individuare Attilio Manca come medico che avrebbe dovuto curare il latitante Provenzano. Rotolo non mi disse chi fosse questo soggetto appartenente ai servizi ma io capii che si trattava della stessa persona indicata da Rugolo, ossia quel generale dei carabinieri che ho prima indicato, sicuramente era un soggetto delle Istituzioni».


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]