Mentre un computer suona Your song di Elton John, nella piscina comunale di via Zurria non si sente volare una mosca. Sul telo bianco calato sul tabellone dei punteggi, un proiettore manda le foto di Francesco Scuderi. Lui con la figlia, lui con la moglie, lui a bordo vasca mentre dà indicazioni ai suoi atleti durante gli allenamenti. Lui in una foto di gruppo con la squadra di pallanuoto di cui è stato presidente, la Strano Light Division Nuoto Catania, finché non è scivolato dal tetto dell’impianto comunale che gestiva insieme alla sua società sportiva dal 2011, quella piscina Zurria che da oggi è la piscina Francesco Scuderi, perché come recita l’incisione sulla targa «un campione non muore mai».
Erano circa le nove di mattina del 3 dicembre 2013 quando l’uomo si è arrampicato su un’impalcatura esterna e ha raggiunto la copertura dell’edificio. Voleva controllare l’andamento dei lavori di manutenzione straordinaria che erano in corso in quei giorni, in vista dell’inizio del campionato, e che spettano, secondo le convenzioni attualmente attive ma in fase di revisione, alle società sportive e non al Comune di Catania. Solo che la sera prima la pioggia battente aveva aperto un buco nel tetto e lì Francesco Scuderi è scivolato, perdendo la vita. A poco più di cinque mesi da quel giorno, la struttura sportiva in cui la Nuoto Catania aveva appena giocato, vincendolo, il derby contro l’Ortigia porta ufficialmente il suo nome.
La commozione tra i presenti alla cerimonia è palpabile. Gli spalti sono gremiti, qualcuno piange in silenzio, i ragazzi della squadra non parlano. «Francesco aveva una grande dote dice Antonio Iuppa, presidente onorario della società non si riusciva a dirgli di no. E questa qualità ha fatto sì che oggi qui ci siano tutti, dal Comune agli sponsor, per dirgli grazie di esserci stato». Dopo un’esibizione delle ragazze del nuoto sincronizzato della Syncro med Muri antichi, si alternano le voci emozionate di chi a Francesco Scuderi voleva bene. Prima suo padre, Salvatore, che con la voce rotta augura «a tutti i papà di avere un figlio come Francesco»; poi Sergio Parisi, presidente regionale della Federazione italiana nuoto, in virtù di «un’amicizia lunga 35 anni». «Devo ringraziare il sindaco Enzo Bianco ricorda Parisi perché ha portato a compimento la sua promessa in tempi record». La promessa erano l’intitolazione e la targa. «Entrambe sottolinea Monica, moglie dello sportivo hanno un valore enorme per i miei figli, perché quando cresceranno potranno rendersi conto di quello che è riuscito a costruire il loro padre».
Si asciuga le lacrime anche Valentina Scialfa, assessore allo Sport, mentre ricorda «un campione consegnato alla memoria collettiva della sua Catania». E proprio l’amministrazione comunale veniva chiamata in causa ad aprile dall’associazione Catania al vertice, che riunisce le anime dello sport etneo. «Nella convenzione si affida alle società la manutenzione straordinaria delle strutture, una cosa assurda e, in un caso, tragica», aveva detto Giuseppe Bosco, presidente del Catania beach soccer e portavoce del consorzio. «Quella di Francesco è stata una tragedia, ma non c’è nessuna responsabilità, neppure morale, da individuarsi nell’operato del Comune», risponde oggi Scialfa. «A ogni modo, le nuove convenzioni, diverse per ogni impianto, sono state approvate dalla giunta e adesso devono passare al vaglio del consiglio comunale». Tra le novità introdotte, proprio la manutenzione straordinaria, che torna a essere appannaggio di palazzo degli Elefanti. «Abbiamo cercato un dialogo con le società, al fine di lavorare in sinergia afferma l’assessore, che annuncia sono state riviste, ovviamente al ribasso, le tariffe per l’affitto delle strutture, cosa che non accadeva dal 2008».
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