Il 4 novembre Joe Serpe ha saputo dalla polizia postale di essere stato denunciato per diffamazione dal sindaco di Catania. Avrebbe aggiunto un paragrafo sul presunto coinvolgimento di Bianco nello scandalo Margherita. «Assurdo che non abbia semplicemente rettificato un verbo»
Voce cambiata su Wikipedia, Bianco querela l’utente Il denunciato: «Bastava premere il tasto modifica»
«Un modo per scoraggiare chi magari ha in mente di scrivere cose scomode. Non me lo spiego altrimenti, anche perché parliamo di Wikipedia…». A parlare è Giuseppe Torrisi, 38enne catanese che lo scorso mese ha scoperto di essere stato querelato per diffamazione a causa di un’azione che difficilmente verrebbe da associare alla censura o peggio alla denuncia: la colpa di Torrisi è quella di essere ritenuto colui che avrebbe modificato in modo improprio la voce su Enzo Bianco ospitata da Wikipedia.
«Quando ho capito di essere stato denunciato perché si ritiene che abbia scritto il falso su quella che è conosciuta in tutto il mondo come l’enciclopedia libera – spiega il 38enne – sono rimasto a dir poco stupito. Wikipedia, lo sanno tutti, consente di modificare i contenuti ritenuti errati. Sarebbe bastato infatti che premessero il tasto modifica e invece hanno preferito querelarmi». Lo stupore del giovane, che sul web è conosciuto con il nickname JoeSerpe, si è amplificato a dismisura quando ha scoperto che a sporgere denuncia è stato lo stesso primo cittadino catanese.
A Bianco, infatti, non è andato giù che alla pagina dedicatagli sulla nota enciclopedia online venisse aggiunto un riferimento al suo presunto coinvolgimento nello scandalo Margherita e nello specifico al fatto che l’ex tesoriere del partito, Luigi Lusi, avrebbe versato una somma mensile a Bianco in qualità di presidente dell’assemblea della Margherita. Nelle poche righe che Torrisi avrebbe scritto si legge: «Sebbene l’operazione fosse formalmente legale, Enzo Bianco inizialmente nega tutto tentando di non essere coinvolto nello scandalo. Successivamente ammette di aver ricevuto quel denaro giustificandosi dicendo che lo aveva usato per fare politica».
Parole che non sarebbero neanche frutto della fantasia di un utente, ma che attingono da un post pubblicato da Gad Lerner sul suo blog. Il 19 maggio 2012, il giornalista scriveva infatti: «[…] il senatore Enzo Bianco ammette di avere percepito negli ultimi anni dal tesoriere della defunta Margherita una somma di circa 5500 euro mensili». E poi, poco dopo: «Direi che ora sarebbe meglio se smettesse di farlo. Non solo perché si coglie una tendenza allo spreco di risorse nella sua attività. Ma soprattutto perché avrebbe dovuto dircelo subito che lui percepiva quella somma, non confidare sulla connivenza inizialmente promessa da Lusi».
«Dopo essere stato querelato – commenta il 38enne – sono andato a rileggere il pezzo di Lerner e, pur sforzandomi, non mi è parso che su Wikipedia ci siano notizie false. Forse il sindaco ha rimarcato la differenza tra “l’aver negato” e “l’aver ritardato ad ammettere” i soldi ricevuti, ma in ogni caso trovo assurdo che abbia preferito denunciarmi piuttosto che rettificare un verbo». Ancora oggi, chiunque leggesse la sua pagina su Wikipedia si imbatterebbe nel paragrafo incriminato. Nessun navigatore ha pensato di modificarlo, così come previsto dalla stessa natura dell’enciclopedia libera.
Ad arricchire questa storia, anche il racconto della notifica della denuncia: «La sera del 4 novembre sono stato contattato telefonicamente – prosegue JoeSerpe – da un ispettore della Polizia postale, il quale mi informava di doverli raggiungere l’indomani per alcuni accertamenti». Giunto nei locali della Polizia postale, Torrisi ha scoperto di essere stato querelato: «Sono arrivato lì confortato dal fatto che non doveva trattarsi di nulla di particolare. Poi però gli agenti, dopo avermi chiesto il mio numero di telefono e se fossi stato io a modificare quella voce su Wikipedia, mi hanno messo davanti un foglio chiedendomi di firmarlo. A quel punto – spiega Torrisi – ho chiesto di avere la possibilità di confrontarmi con un avvocato. La mia reticenza ha avuto però l’effetto di irrigidire un’atmosfera fino a quel momento cordiale e così ho deciso di firmare».
Da allora è passato quasi un mese, nel corso del quale Torrisi ha dovuto cercarsi un avvocato e convivere con l’idea di potersi trovare un giorno a dover affrontare un processo per una vicenda dal sapore kafkiano: «Siamo convinti – dichiara Goffredo D’Antona, il legale del 38enne – che questa storia rientrerà ben presto». L’accusa peraltro parrebbe soffrire di numerosi punti deboli. Tra essi, per esempio, quello secondo cui vedrebbe difficilmente dimostrabile che ad aver scritto la voce sia stato Torrisi in persona: «Questo è uno di quegli aspetti che fanno vacillare da un punto di vista prettamente legale l’accusa – commenta D’Antona –. Tuttavia, il nostro convincimento va oltre: essere accusati di diffamazione per mezzo Wikipedia appare una vera e propria forzatura».