Ad aiutare il 20enne Iulian Alì sarebbe stato Marian Cristian Ciuraru. A dare il la alla violenza, la minaccia di denuncia della vittima, dopo aver scoperto la vendita di nascosto e in autonomia di nove cassette di fagiolini. Ciuraru avrebbe bloccato Farath, mentre il connazionale lo colpiva con una spranga
Vittoria, un altro arresto per l’omicidio del tunisino Ucciso da braccianti dopo un litigio sui pagamenti
C’è un altro arresto nell’indagine sull’omicidio di Abdessalem Farath, il tunisino trovato morto la sera del 14 aprile in contrada Pozzo Bollente a Vittoria. Il cadavere era stato trovato con profonde ferite alla testa. Per il delitto era stato già fermato, pochi giorni dopo il ritrovamento, il rumeno Iulian Alì. Vent’anni, Alì è considerato l’autore dell’omicidio.
Il rumeno avrebbe avuto però nel connazionale e coetaneo Marian Cristian Ciuraru un complice. I due lavoravano nelle serre gestite dalla vittima e Ciuraru avrebbe aiutato Alì a uccidere il tunisino, bloccandolo mentre l’altro lo colpiva con una spranga di ferro. Stando alle indagini, il movente del delitto sarebbe legato a un diverbio sui pagamenti delle giornate lavorative. Nello specificio, Farath avrebbe scoperto che i due braccianti avevano venduto nove cassette di fagiolini di nascosto. La vittima avrebbe minacciato i due di denunciarli ed è a quel punto che sarebbe scattata la violenza. Ad abbandonare il corpo, dopo averlo caricato sull’automobile, sarebbe stato soltanto Alì, mentre Ciuraru sarebbe fuggito a piedi per i campi.
I carabinieri hanno arrestato Ciuraru. Il giovane così come il connazionale è accusato di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. In attesa di essere ascoltato dal magistrato, il 20enne è stato trasferito nel carcere di Ragusa.