A nemmeno 48 ore dall’ultimo sequestro di marijuana, a Vittoria, in provincia di Ragusa, è stato arrestato il 63enne Roberto Rinaudo, titolare di un terreno dove sono stati trovati 900 chili di piante di marijuana, all’interno di diverse serre. Insieme a lui sono stati fermati due braccianti di origini bengalesi, Moubarak Houssan e Billal Hossain, entrambi di 41 anni.
L’azienda è stata oggetto di osservazione, nell’ambito di controlli contro il caporalato, e sono stati notati degli operai stranieri intenti a lavorare. Gli investigatori hanno identificato i tre soggetti presenti, il titolare e due operai che vivevano in vecchissimi bungalow di vetroresina, in condizioni disumane. All’interno infatti sono state trovate due reti per materassi guaste e condizioni igieniche disastrose; le porte e le finestre del bungalow create con pezzi di legno marci e plastica, come si fa con i recinti per animali.
Estendendo il controllo all’interno delle serre, gli agenti si sono accorti di alcune piante di cannabis che spuntavano tra i filari di peperoni, piantati per nascondere la droga. Alla fine di un accurato controllo sono state rinvenute circa seimila piante, dal peso di oltre 900 chili, distribuiti su 30mila metri quadri di terreno in piccoli appezzamenti. Ma la novità più rilevante è stato scoprire un bunker sotto una delle serre: i poliziotti hanno prima notato della plastica fuori posto, in mezzo alle piante, come se fosse stata messa lì per nascondere qualcosa. Tolta la plastica, è venuta fuori una botola, che serviva da accesso a un bunker sotterraneo, una vecchia cisterna per l’acqua in cui erano state ricavate tre stanze usate per la conservazione e la lavorazione della marijuana: la prima per l’essiccazione con ventilazione forzata grazie all’impiego di grossi ventilatori; la seconda per il confezionamento e stoccaggio della droga, dove sono stati trovati oltre 30 chili suddivisi in panetti da un chilo circa; la terza per la produzione di olio di marijuana in contenitori di vetro e in plastica, droga potentissima utilizzata anche per cucinare. All’interno c’erano anche tre chili circa di hashish pronti per la commercializzazione.
Subito iniziate le procedure di estirpazione durate 20 ore ininterrotte, tenendo conto della non trascurabile vastità del territorio e occupando 20 uomini. Il carico è poi stato scortato fino alla Questura di Ragusa dove sarà analizzato e successivamente distrutto.
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