Sono accusate di peculato per essersi impossessate di farmaci e presidi sanitari di proprietà e di aver somministrato terapie senza alcuna disposizione di un medico. Parte del materiale sequestrato è stato trovato in un'agenzia di onoranze funebri usata come sede dalle due donne
Vittoria, le due infermiere arrestate in ospedale Medicinali sottratti all’Asp per servizi a domicilio
O.V., 52 anni, e F.T., 51, sono le due infermiere vittoriesi arrestate ieri dalla polizia e poste ai domiciliari con l’accusa di peculato. Il blitz era scattato all’ospedale Guzzardi intorno alle 13, con gli agenti che avevano acquisito fascicoli e documenti per verificare l’ipotesi secondo cui le due professioniste si erano appropriate di medicinali e presidi sanitari di proprietà dell’Asp per somministrare terapie a domicilio a pagamento ad ignari pazienti. Le due donne avrebbero lavorato privatamente sia per case di cura che come assistenza domiciliare ai pazienti dimessi dall’ospedale, offrendo un servizio all inclusive. Il paziente, infatti, spesso sarebbe stato adescato durante il ricovero, non doveva comprare nulla, sarebbero state le stesse infermiere a procurare medicinali e presidi direttamente dalla farmacia ospedaliera o dai reparti. La squadra mobile di Ragusa avrebbe, inoltre, accertato che le due infermiere effettuavano terapie senza alcuna disposizione di un medico, basandosi solo sulla propria esperienza.
Le indagini sono partite da una telefonata anonima nella quale si denunciavano delle irregolarità all’interno dell’ospedale. Il medico che rispose ed il direttore Giuseppe Drago informarono subito la polizia e fondamentale, nell’ambito delle indagini che seguirono, si è rivelata proprio la collaborazione della direzione sanitaria dell’ospedale. Nelle ultime ore l’epilogo, con la Procura della Repubblica che ha chiesto ed ottenuto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. A carico delle due donne ci sarebbe una serie innumerevole e quotidiana di prestazioni infermieristiche domiciliari extra ospedaliere a pagamento, con medicinali di proprietà dell’ospedale; prestazioni domiciliari retribuite in nero a seconda della tipologia del servizio (tre euro un’iniezione intramuscolo, 15 per una flebo); l’utilizzazione costante di presidi sanitari e prodotti farmaceutici trafugati dagli armadi dell’ospedale e dai reparti e l’abuso di esercizio della professione medica da parte delle due arrestate.
Durante le indagini, e precisamente nel marzo 2017, la polizia di Vittoria e gli agenti della Mobile hanno anche effettuato un importante sequestro di medicinali e presidi sanitari di proprietà dell’Asp in un’agenzia di onoranze funebri, e tutto è risultato riconducibile a Vietti e Tolentino, che avrebbero utilizzato quel luogo come deposito, nonostante tra i titolari dell’agenzia e le arrestate non ci sia alcun rapporto di parentela. Alla base ci sarebbe uno scambio di favori.
Il blitz di ieri – che si inserisce in un’indagine più ampia – ha interessato anche due agenzie di onoranze funebri e le case delle due donne, ma solo quella della Vietti ha dato esito positivo, permettendo di sequestrare altre medicine e altri presidi sanitari di proprietà dell’ospedale. Le due infermiere sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.