Doveva essere il giorno del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiamato a rispondere alle interrogazioni delle opposizioni sulla fonte del video, pubblicato giovedì scorso da Matteo Salvini, in cui compare la giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico. La prima magistrata che ha disapplicato il decreto migranti del governo. Un filmato vecchio di cinque anni e […]
Video Apostolico: al posto del ministro Piantedosi parla il sottosegretario della Lega. «Ancora silenzio dal Viminale»
Doveva essere il giorno del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiamato a rispondere alle interrogazioni delle opposizioni sulla fonte del video, pubblicato giovedì scorso da Matteo Salvini, in cui compare la giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico. La prima magistrata che ha disapplicato il decreto migranti del governo. Un filmato vecchio di cinque anni e risalente a una manifestazione antirazzista del 25 agosto del 2018 girato al porto etneo di fronte al quale giorni era ferma la nave Diciotti con a bordo 177 migranti. Tuttavia, Piantedosi ha scelto di non presenziare lasciando spazio al sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, esponente della Lega e fedelissimo del segretario del Carroccio. «Gli approfondimenti effettuati hanno escluso che le immagini postate sui social da Salvini siano state estrapolate dalla documentazione relativa ai servizi di ordine pubblico disposti per la manifestazione. Le norme prevedono, peraltro, che il trattamento di questi dati sia curato dalla polizia scientifica e dalle sue articolazioni interne nelle questure e nei commissariati», spiega Molteni non aggiungendo niente di nuovo rispetto a quanto già comunicato dalla questura di Catania venerdì scorso.
«I tempi di conservazione e cancellazione di riprese e foto – continua – sono diversi a seconda delle tipologie degli atti con facoltà di prolungamento dei termini per delitti di particolare gravità. C’è poi la circolare del capo della polizia nella quale si afferma che per la documentazione audiovideo o fotografica, in occasione di reati o di turbamento dell’ordine pubblico, gli operatori possono utilizzare dispositivi di ripresa privati quando sono indisponibili gli strumenti in dotazione, come bodycam e videocamere. Le immagini infine – conclude – non sono sottoposte ad elaborazioni informatiche a fini identificativi». Al porto di Catania, tuttavia erano almeno due le persone dotate di telecamerine durante la manifestazione del 2018. Un uomo pelato e un agente con il casco della polizia. Come si vede dai video di diverse testate giornalistiche erano entrambi dietro gli agenti del reparto mobile in tenuta antisommossa.
«Aspettavamo spiegazioni dal ministro Piantedosi, invece – si legge in una nota il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera Filiberto Zaratti – prosegue il silenzio del Viminale sull’origine del video. Abbiamo appreso dal sottosegretario Molteni che sono in corso accertamenti sul militare dell’Arma che inizialmente si sarebbe assunto la responsabilità del video, poi negando. Resta una vicenda gravissima, quella di un video che finisce nelle mani di un ministro il quale ne fa un uso minaccioso nei confronti della magistrata». La prossima settimana, invece, potrebbe esserci la replica all’interrogazione del parlamentare Luciano Cantone. L’esponente del Movimento 5 stelle è stato il primo a sollevare dei dubbi sulla provenienza del video pubblicato dal ministro Salvini sui social.