Da mesi sono stati abbattuti i ruderi che separavano la strada dal lungomare, ma resta una buca recintata da colmare. Il destino della sistemazione è collegato ai lavori per il collettore fognario, affidati alla Tecnis e in subappalto alla Sikelia. E l'opera non è la sola attesa dai residenti. Guarda le foto
Via Bennici, la strada in attesa di un’uscita «Ritardi significativi nei lavori per la fogna»
Il cartello recita «strada senza uscita», anche se lo sbocco su via Messina Marine è chiaramente visibile: da dietro una recinzione. Stiamo parlando del tratto finale di via Bennici, strada a ridosso di piazza Scaffa che per decenni è stata effettivamente un vicolo cieco, dato che a tappare una delle due estremità c’erano un paio di basse palazzine residenziali da tempo abbandonate. Poi, lo scorso giugno, queste ultime sono state abbattute dagli operai delle imprese che lavorano alla realizzazione del collettore fognario sud orientale, ovvero la grande opera che – una volta ultimata – consentirà di eliminare gli scarichi fognari dei Cantieri navali, portandoli fino al depuratore di Acqua dei Corsari. La demolizione dei fabbricati serviva a liberare lo spazio per far passare un tratto di questa nuova tubatura, e la conseguente sistemazione a raso dell’incrocio tra le vie Bennici e Messina Marine è inserita nel contratto quale opera accessoria. Fatto sta che da mesi chi passa da quelle parti vede solo una buca recintata dove prosperano le sterpaglie.
Per capire quando lo scavo verrà ricoperto, il marciapiede eliminato e le due strade finalmente congiunte – regalando benefici alla viabilità della zona – bisogna ovviamente fare riferimento al destino dell’appalto principale, affidato alla Tecnis e in subappalto alla Sikelia, con il quale questo intervento è legato a doppio filo. La buona notizia è che – a differenza di quanto accade con i lavori per l’anello ferroviario – il cantiere è in piena attività, con gli operai che al momento sono impegnati nella realizzazione della palificazione per la stazione di sollevamento delle acque reflue al Foro Italico, di fronte a Porta Felice. Ma, nonostante i progressi, questa maxi opera ha registrato quelli che dal Comune definiscono «significativi ritardi», e a causa dei quali è stato richiesto alle imprese coinvolte un nuovo cronoprogramma (quello originario prevedeva tre anni di lavori a partire da gennaio 2015). Documento che non è ancora pervenuto all’amministrazione palermitana e dal quale dipende anche l’entità delle penali previste nel contratto d’appalto per i ritardi nell’esecuzione dei lavori.
Nel frattempo la gente del quartiere aspetta. E spera che il collegamento stradale possa essere il primo passo per la riqualificazione di un pezzo di città che è caratterizzato da numerose questioni irrisolte. Dal pessimo trattamento del fiume Oreto, i cui argini sono sempre più simili ad una discarica, alla difficoltà di utilizzo dei mezzi pubblici per la ridotta frequenza dei bus e il traffico di via Messina Marine. Passando per le incognite relative alla grande collinetta abbandonata di proprietà del Comune (circa diecimila metri quadrati) che si trova tra le vie Bennici, dei Picciotti e Macello. Su quest’ultima la Seconda circoscrizione ha fatto mesi fa un sondaggio tra gli abitanti della zona per studiare una possibile riqualificazione del sito: «villa pubblica da connettere a Villa Bennici» è risultata l’opzione vincitrice. Una volontà condivisa anche dall’assessore comunale al Verde, Francesco Maria Raimondo che un paio di mesi fa ne ha parlato come parte di un progetto per la creazione di uno spazio con gli standard dei giardini del centro città.