La forma introspettiva di un eroe combattuto interiormente tra il mantenere la giustizia e l?essere un uomo comune con le sue passioni, sentimenti e amore per una donna
Uomo Ragno: dal fumetto al film
C’è chi è dotato di superpoteri a causa di un dannato esperimento di laboratorio, chi li ha perchè è nato su un pianeta lontano. C’è chi, invece, per un malaugurato caso della sorte, da semplice uomo diventa, suo malgrado, un eroe, combattendo
ogni giorno della sua vita per il bene comune. Chi è lui? E’ il signor Spiderman, conosciuto da tutti in Italia come l’Uomo Ragno. E’ proprio Spiderman che dagli anni ’60 infervora gli animi, lasciandoci col fiato sospeso balzando tra i grattacieli di New York con le sue ragnatele.
L’ideatore dell’Uomo Ragno è stato Stan Lee, nel lontano 1962, proprio come altri suoi geniali capolavori come Superman, Batman, i Fantastici Quattro, Devil e gli X Men, prodotti dalla Marvel, sempre con l’ausilio dei disegnatori Steve Ditko, Jack Kirby, John Buscema e John Romita, succedutisi via via negli anni.
Ebbene sì, questa volta è stato scelto un ragazzo, un ragazzo proprio come gli adolescenti lettori appassionati di fumetti, per essere il paladino della giustizia: il giovane Peter Parker. Egli, punto dagli aculei di una nuova specie di ragno modificata geneticamente, durante una gita scolastica, assume tutte le caratteristiche genetiche di un ragno… umano. Lui ha le sue passioni, i suoi timori, un amico del cuore di nome Henry Osborne e anche l’interesse per una ragazza, Mary Jane Watson, semplice, solare, insomma la ragazza della porta accanto, della quale il nostro Peter Parker è sempre stato innamorato e che difenderà fino alla morte. Peter scopre i suoi super poteri a poco a poco come chiunque altro avrebbe fatto in una situazione
straordinaria di questo tipo, fino a diventare un supereroe, paladino delle ingiustizie , terrore dei malviventi che ogni giorno spadroneggiano nella Grande Mela: egli nella sua semplicità non si crede di essere chissà chi, con i suoi piccoli problemi quotidiani, dal pagare l’affitto allo studiare all’Università, ma affronta con coraggio e lealtà i mille problemi che la grande metropoli presenta. Peter Parker, fa del suo talento anche una maledizione: infatti mentre nella prima fase, ovvero durante la scoperta dei superpoteri, è uno sfogo, una piccola rivincita alle piccole disavventure quotidiane e al rifiuto della società, esso diventa successivamente motivo di esempio
e coraggio .
Da un momento all’altro egli si assume la responsabilità della vita di milioni di persone. La genialità di Stan Lee sta proprio in questo: nel proporre questo supereroe proprio negli anni ’60, periodo in cui questo tipo di fumetto stava avendo il suo boom; e lo riesce a fare con una semplicità e una schiettezza davvero fuori dal normale e, senza dover ricorrere ad artefatti particolari, egli si siede davanti alla sua scrivania riuscendo
a creare questo stupendo personaggio.
C’è una grande novità nell’ideazione di Spiderman fumetto: Stan Lee riesce a coinvolgere il protagonista in uno dei più controversi dilemmi dell’adolescenza: quello di trovarsi sempre in situazioni senza via d’uscita. Questa peculiarità riesce più evidente nella felice trasposizione cinematografica del personaggio.
Infatti nel primo episodio cinematografico del regista Sam Reimi, Spiderman (Tobey Maguire) alle prese con il suo più acerrimo nemico, Goblin (Willem Defoe), deve scegliere tra il salvare la sua amata M.J.(Kirsten Dunst) e un gruppo di bambini che pendono, sul ponte di Brooklin, dentro la cabina
di una funivia.
Salvare la città e lasciare morire i proprio cari o salvare chi si ama (zia May, Mary Jane) e lasciare che la città rischi lo sfacelo?
Sam Reimi riesce benissimo con il primo episodio di Spiderman, uscito nel 2002, a definire con precisione il personaggio di Lee, ripercorrendo non solo le avventure delle pagine a fumetti dell’Uomo Ragno, ma anche le vicissitudini
interiori del personaggio Peter Parker, interpretato egregiamente da Tobey Maguire. Gli effetti speciali hanno reso il film, la migliore trasposizione cinematografica di un fumetto mai realizzata.
L’avventura continua nel secondo episodio, dove questo connubio tra vita personale e responsabilità verso la comunità arriva al suo apice, provocando addirittura una crisi interiore al nostro Peter.
Egli ad un tratto abbandona le vesti di Spiderman e ritorna ad essere il semplice Peter Parker, amato e ben voluto da tutti. Ma alla fine la predisposizione a fare del bene contro i pazzi esperimenti del Dottor Octopus, che mettono a rischio New York, lo portano a combattere di nuovo per la giustizia e
a fare valere e perdurare la frase che il suo buon vecchio zio Ben gli aveva detto prima di morire: “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”.
Ancora più avvincente e più ricco di effetti speciali, Spiderman 2, riesce a diventare il miglior film tratto dai fumetti che sia stato realizzato negli ultimi anni, incassando oltre 200 milioni di dollari.
Spiderman rimane uno dei baluardi del fumetto mondiale e trova nel film la sua esaltazione.