A dicembre l'albero - piantato nel giardino di via Biblioteca in memoria dei giudici nel 2000 - era stato vandalizzato e poi rimosso. Domani, con una piccola cerimonia alle 9, l'ateneo poserà una nuova pianta. Parteciperanno anche gli attivisti che hanno creato in piazza Dante il Giardino delle giuste e dei giusti
Unict ripianta il carrubo di Falcone e Borsellino Nella giornata in ricordo delle vittime della mafia
A tre mesi dal suo abbattimento, l’università di Catania pianterà un nuovo albero di carrubo nel giardino di via Biblioteca, a ridosso dell’ex monastero dei Benedettini. L’albero era stato intitolato nel 2000 alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma a dicembre ignoti lo hanno abbattuto e gli operai del Comune – responsabili della strada – lo hanno tagliato in piccoli pezzi e poi rimosso. Una nuova pianta, più giovane di quella distrutta, verrà posta domani alle 9 in una piccola cerimonia in occasione della giornata in ricordo delle vittime di mafia.
«Lo reimpianteremo prima possibile», aveva assicurato dal primo momento il rettore Giacomo Pignataro, che aveva anche ricordato il ruolo dell’albero nella visione architettonica complessiva nel progetto di Giancarlo De Carlo, autore del restauro del complesso monastico. Verranno coinvolti anche «i residenti del quartiere, Legambiente e una delegazione di studenti del liceo Boggio Lera», racconta Davide Ruffino, consigliere della prima municipalità. Gli stessi che, il mese scorso, hanno creato il Giardino delle giuste e dei giusti a pochi metri di distanza, in piazza Dante.
Oltre al gesto simbolico di ripiantare il carrubo che ricorda i due giudici, l’ateneo sta lavorando anche a una bozza di convenzione che affidi all’università la gestione dell’unico spazio verde del quartiere Antico Corso. A porre l’attenzione sull’area, negli ultimi anni, è stata l’associazione Officine culturali che lo scorso anno ha avviato un progetto di valorizzazione attraverso il bando Pari del Comune di Catania. Un’iniziativa che ha contribuito a cementare il legame tra i residenti e il complesso benedettino attorno al quale si snoda una delle zone storiche della città, come spiega Ciccio Mannino, presidente dell’associazione. «Per il quartiere prevale il senso di appartenenza per quel luogo», assicura.