Unict, quattro proposte per un ateneo 2.0 Le risposte del delegato alla Comunicazione

Rendere disponibile le lezioni didattiche in formati multimediali sul sito dell’università, permettere il voto elettronico per le elezioni studentesche, sostituire i tradizionali centralini telefonici in uso agli uffici amministrativi con il sistema Skype. Il tutto sostanziato dall’inserimento nello statuto dell’ateneo di un articolo che sancisca il diritto all’uso delle nuove tecnologie nell’informazione e nella comunicazione. La proposta di un’Università 2.0 arriva dall’associazione Generazione Ypsilon. Già protagonista del tentativo con il Comune, adesso il destinatario è Giacomo Pignataro, rettore dell’ateneo di Catania, a cui il presidente del gruppo, Angelo Alù, riconosce il merito «di aver intrapreso negli ultimi mesi una visione programmatica mediante la predisposizione di programmi, iniziative e progetti innovativi». A rispondere, punto per punto, è il professore di Storia contemporanea al dipartimento di Scienze umanistiche, Luciano Granozzi, delegato alla Comunicazione dell’ateneo.

L’idea di Generazione ypsilon è finalizzata a «realizzare un concreto progetto di amministrazione digitale; adottare efficaci procedure per favorire la partecipazione degli studenti al processo decisionale della comunità universitaria e favorire la crescita della cultura digitale con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione digitale». Il primo punto è l’e-learning, basato sulla cosiddetta teledidattica: ogni studente potrebbe così entrare sul proprio profilo già esistente sul sito dell’ateneo e trovare a portata di clic le video-lezioni, in diretta streaming o già archiviate, in ogni momento e in qualsiasi luogo. «I vantaggi  – secondo Generazione ypsilon – consisterebbero in un incremento della produttività individuale e una razionalizzazione delle risorse in termini di tempo; si eviterebbe il problema delle aule sovraffollate; si ridurrebbero i costi legati alla formazione, razionalizzando al minimo sia le spese vive di viaggio che il tempo per i trasferimenti e l’aggiornamento dei contenuti sarebbe facile e tempestivo». E in questa direzione sembra andare l’università targata Pignataro. Ma con alcuni paletti ben precisi. «Le lezioni online sono utili e stiamo iniziando a inserirle nella web tv d’ateneo – spiega Granozzi – ma devono rimanere sempre a servizio del docente in carne ed ossa, figura imprescindibile visto che non siamo e non vogliamo diventare un’università telematica».

Secondo punto è l’installazione in tutti gli uffici universitari del sistema Voice Over Ip, in particolare Skype, che manderebbe in pensione gli attuali telefoni con conseguente risparmio per le casse dell’ateneo. Per le chiamate verso numeri fissi e cellulari si farebbe ricorso agli «Account premium, per consentire  – si legge nella proposta – di effettuare comunicazioni senza limiti di tempo anche verso cellulari e telefoni fissi mediante un costante monitoraggio del credito telefonico acquistato». Una misura che il delegato alla Comunicazione del rettore giudica utile, dal momento in cui ci sia una vera e propria sostituzione. «Se invece Skype si sovrappone soltanto ai tradizionali telefoni, resterebbe solo una medaglia al merito senza sostanza – spiega Granozzi – e per fare questo serve un programma serio, anche per formare i dipendenti».

Terzo elemento è l’apertura, in occasione del rinnovo delle cariche elettive, dei seggi virtuali, a cui ogni studente, avvertito tramite email, accederebbe dalla propria area riservata sul portale d’ateneo. L’obiettivo è «aumentare il quorum di partecipazione, tradizionalmente piuttosto basso, e contenere i costi dovuti alle procedure elettorali». Un punto su cui il professore di Storia contemporanea dissente. «Creare dei seggi virtuali sul portale d’ateneo secondo me è controproducente, perché aumentarebbe il rischio di poca trasparenza e quello di un mercato delle password. Tuttavia – continua Granozzi – vogliamo ampliare i momenti di democrazia e di confronto, anche online, con gli studenti, che potrebbero essere invitati ad esprimere un voto di opinione su scelte importanti nella vita dell’ateneo».

Infine Generazione ypsilon invita l’Università a garantire la connessione wi-fi gratuita e senza limiti per la navigazione dei servizi telematici erogati dall’ateneo. Questo comporterebbe la realizzazione di «un network ufficiale in cui inserire informazioni, dati, notizie, scadenze e comunicazioni riguardanti l’Ateneo e i dipartimenti dei corsi di laurea, con la contestuale indicazione degli hotspot disponibili». Informazioni che potrebbero essere ancora più facilmente usate con la creazione di «un’app ufficiale dell’ateneo per fornire un contatto diretto con i servizi dell’amministrazione, con mappe interattive e suggerimenti riguardanti musei, biblioteche, aule studio, ristoranti mediante segnalazioni geolocalizzate degli utenti ed integrazione dei principali social network e siti come Facebook, Twitter o YouTube».

Un programma ambizioso che si basa sul riconoscimento anche delle Nazioni Unite che, ricorda Alù, «ha qualificato espressamente Internet alla stregua di un diritto fondamentale dell’uomo, da ricomprendere nell’art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del cittadino e ha chiesto a tutti gli Stati di promuoverne e facilitarne l’accesso».


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L'associazione Generazione Ypsilon ha invitato il rettore dell'ateneo catanese Giacomo Pignataro a intraprendere delle iniziative concrete per realizzare un progetto di amministrazione digitale: e-learning, voto elettronico per le elezioni degli studenti, sistema Skype negli uffici e un nuovo articolo nello statuto che riconosca il diritto all'accesso al web. Idee su cui Luciano Granozzi, docente di Storia Contemporanea, ha deciso di confrontarsi, rispondendo punto per punto

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