Unict, inaugurazione dell’anno accademico 2016 Le sfide dell’ateneo 581 anni dopo la fondazione

«Una comunità accademica
vivace e vitale, che ha voglia di discutere liberamente, di confrontarsi e d’impegnarsi». Così ieri il rettore Giacomo Pignataro, nel corso dell’inaugurazione del 581mo anno accademico, ha presentato l’università di Catania. I nodi che Pignataro ha affrontato nel suo discorso inaugurale sono in parte quelli che compongono la fitta rete di parametri che poi servono a classificare gli atenei, a livello ministeriale e non: didattica, ricerca, mobilità e internazionalizzazione. Senza dimenticare le questioni economiche e «la grave situazione finanziaria, a causa dei severi tagli alla spesa pubblica per le università».

La relazione del rettore si apre con un dato positivo. Unict «quest’anno ha fatto registrare un dato in controtendenza: una
crescita delle immatricolazioni rispetto all’anno scorso di circa il 15 per cento, con oltre mille immatricolati in più». Su questo ha pesato la scelta di abolire il numero chiuso totale, ma è anche «espressione di una fiducia nei confronti del nostro ateneo – ha affermato Giacomo Pignataro – che deriva dalla reputazione positiva dei nostri corsi di studio e dei nostri docenti». Nei prossimi mesi, annuncia, verrà rivista l’organizzazione dei corsi. «Il 2016 sarà dedicato a quest’opera di riforma della nostra offerta formativa, di cui vogliamo discutere con le università di Messina e di Palermo». E poi il magnifico ha anticipato che a breve verrà ricostituita «la Scuola d’italiano per stranieri, anche come parte di un dovere che sentiamo di avere nei confronti della nostra città e del suo impegno nei confronti dei migranti». 

Sul fronte della
ricerca «a partire dal 2014, l’ateneo sta investendo circa sei milioni di euro delle proprie risorse, ogni anno, per sostenere il dottorato di ricerca», ha detto Pignataro. Poi ha aggiunto: «Il nostro obiettivo futuro è quello di migliorare ulteriormente la qualità dei nostri dottorati, misurandoci in particolare con l’attrattività dall’estero». Un tema a questo legato è l’inaugurazione della Torre biologica, che ospiterà il centro Brit dedicato a bio e nanotecnologie. Struttura che, come altre, saranno messe a disposizione delle realtà del territorio per realizzare progetti in partnership. Sul fronte degli impegni del prossimo e immediato futuro, un ruolo lo riveste la creazione del «Sistema museale di ateneo, che metterà insieme tutte le realtà della nostra università, incluse quelle più recenti, come il Museo di archeologia e quelle che avvieremo nelle prossime settimane, la Città della scienza, con la mostra Balle di scienza». Un passaggio del discorso del rettore è dedicato al policlinico. «Il primo obiettivo è quello di rilanciare il posizionamento della nostra struttura nel panorama sanitario regionale». Per raggiungerlo, nel corso di quest’anno verranno portati a compimento i lavori al pronto soccorso e le alte specialità sia nella struttura di via Santa Sofia che nel San Marco di Librino. Inevitabile il riferimento anche ai problemi legati alla Valutazione qualitativa della ricerca, la cosiddetta Vqr da più parti contestata. «Vogliamo che la valutazione sia realizzata con modalità e con criteri che non rischino le criticità già emerse in questi anni – ha dichiarato Pignataro – e, soprattutto, pensiamo che la premialità del finanziamento debba essere riconosciuta a chi realizza miglioramenti rispetto alle proprie posizioni di partenza».

Nel suo intervento il direttore generale
Federico Portoghese ha parlato del processo di riorganizzazione avviato negli ultimi mesi che interessa i dipartimenti, la scuola Facoltà di Medicina, le strutture didattica speciali di Siracusa (che ospita Architettura) e Ragusa (per Lingue). Nel piano delle opere triennali 2016-2018 sono stati inseriti diversi progetti: due aule studio alla cittadella, la trasformazione del lido universitario in un’area accessibile a studenti (anche diversamente abili) e personale, 1100 contratti part time per gli allievi che verranno impiegati all’interno dello stesso ateneo. 

La consueta prolusione è stata affidata quest’anno al filosofo veneziano Massimo Cacciari, un intervento sul tema Luoghi e confini dedicato a due pensatori etnei scomparsi: Pietro Barcellona e Manlio Sgalambro. «Se l’Europa torna ad alzare barriere, muraglie, fili spinati – ha esordito – allora sappia che è destinata ad una mortifera e inevitabile decadenza perché le frontiere saranno spazzate via». Il tema è «propriamente europeo». Da qui, però, «scaturiscono aspetti particolarmente tragici per la Sicilia, terra storicamente di confine, incontro e scontro di civiltà, ultima frontiera dell’Unione rispetto alle grandi e inarrestabili migrazioni da Africa e Medio Oriente».


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