Il dirigente è rientrato in servizio garantendo, attraverso un messaggio inviato al personale, il rispetto delle regole. Una sorta di insinuazione diretta ai suoi oppositori che avrà dato fastidio a molti. Sul tavolo questioni importanti, come la riorganizzazione del personale. Ma non una parola viene spesa per la presentazione del documento economico ai revisori dei conti
Unict, il direttore generale Maggio ritorna al lavoro Ripristinare «clima di serenità, legalità e trasparenza»
«Il ripristino di un clima di serenità, di legalità e di trasparenza». Comunicando il reinsediamento alla comunità accademica, il direttore generale Lucio Maggio assicura di voler riportare la tranquillità tra i corridoi dell’università di Catania dopo l’ordinanza che ne ha dichiarato illegittimo il licenziamento sei mesi fa e il respingimento del ricorso di Unict alla sua nuova sospensione in attesa della decisione dei giudici che arriverà il prossimo 12 gennaio. Ma quelle tre parole – «serenità, legalità e trasparenza» – avranno fatto storcere il naso ancora di più a molti. Quasi un’insinuazione che nel periodo di assenza del direttore – sostituito da Federico Portoghese – non siano state seguite tali direttrici.
Maggio, che prima di conoscere la nuova decisione dei giudici sulla sua ulteriore sospensione aveva già riunito lo staff dirigenziale, rassicura il personale: «La direzione generale e il management si preoccuperanno di dedicare ancora maggiore attenzione alla soluzione dei problemi organizzativi e alle istanze che via via verranno loro sottoposte». Difficoltà derivate sia dal cambio di dirigenza che dall’interruzione del processo di riforma del sistema Pac (polo amministrativo-contabile). Un modello da lui avviato nel periodo in cui era rettore Antonino Recca e rivisto profondamente dai successori Portoghese e Giacomo Pignataro (eletto magnifico nel 2013). Come ha spiegato ieri a Meridionews l’ex direttore generale, la revisione dello statuto è già stata approvata, ma è stata spostata di un mese la riorganizzazione dell’amministrazione universitaria. Un nodo di non poco conto, perché prevede la riassegnazione del personale ai dipartimenti (e non più all’amministrazione centrale) con conseguente spostamento di risorse umane ed economiche. Difficile prevedere quale percorso seguirà la misura, anche se Lucio Maggio assicura che «il contributo di idee del personale tecnico-amministrativo sarà adeguatamente valorizzato, affinché ciascuno di noi possa essere protagonista della vita dell’Ateneo».
Nel suo messaggio al personale non viene fatta menzione della complessa vicenda giudiziaria e nemmeno dei suoi protagonisti, il magnifico Pignataro e il consiglio d’amministrazione che ha votato la mozione di licenziamento. Non una parola nemmeno all’altro tema fondamentale per la vita dell’istituzione: la presentazione del documento di previsione finanziaria al Collegio dei revisori dei conti tra due giorni. «Abbiamo una serie di leggi e adempimenti; era affidato a me – ha spiegato Federico Portoghese – Tutto, a questo punto, ricadrà sul dottor Maggio».