È stato aggiudicato l'appalto per la progettazione. Per nuotare in acque pulite, però, bisognerà attendere. Il punto di scarico delle acque non inciderà sulla Timpa né sulle Isole dei Ciclopi. Ma i cittadini dovranno fare i conti con i costi di allaccio alla rete fognaria
Un passo avanti per il progetto del depuratore di Acireale Sindaco: «Fondi disponibili da anni: rispetteremo l’ambiente»
È stato aggiudicato l’appalto per la progettazione definitiva esecutiva per il depuratore di Acireale. Una speranza per residenti e turisti che si sono tuffati nelle zone balneari delle frazioni di Stazzo, Capomulini, Santa Tecla, Pozzillo e Santa Maria la Scala dovendo fare attenzione a non imbattersi in indesiderati ospiti del mare. Da cronoprogramma, la fase della progettazione dovrebbe essere completata in circa cinque mesi di lavoro. Ma, per nuotare in acque pulite, bisognerà attendere ancora. Si dovrà infatti indire la gara d’appalto per i lavori di realizzazione. «I fondi sono disponibili da tantissimi anni – commenta a MeridioNews il sindaco di Acireale Stefano Alì – ma la logica del nimby (not in my back yard, ovvero non nel mio cortile sul retro, ndr) cioè del “fatelo altrove”, ha rallentato tutto. Questo passo avanti dell’affidamento è molto importante – aggiunge il primo cittadino – e fa ben sperare in una rapida conclusione che permetta di annoverare Acireale tra le città civili che rispettano l’ambiente».
Intanto, si è sbloccata una situazione rimasta in stallo dal 2012, anno in cui il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha stanziato oltre 600 milioni di euro per risolvere il problema delle acque reflue e della depurazione nel territorio etneo. Un problema che, negli anni, ha fatto accumulare sanzioni da parte della Corte di giustizia europea per gli sversamenti in mare. In Sicilia, le multe sono arrivate a sfiorare i 100mila euro al giorno. Nell’Acese i ritardi sono stati dovuti anche all’incapacità della politica di riuscire a localizzare l’area in cui costruire l’opera – totalmente finanziata dalla Comunità europea – che oltre ad Acireale, servirà anche i comuni di Aci Catena, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, San Giovanni la Punta, Trecastagni, Valverde e Viagrande.
A individuare il luogo dove realizzare il depuratore è stato Maurizio Giugni, il commissario unico nominato dal governo nazionale che ha preso il posto che, per anni, era stato di Enrico Rolle. Tramontata l’ipotesi di realizzarne due in zone diverse, l’area selezionata è quella a sud del centro abitato di Acireale, in località San Girolamo. Scelta, come si legge nel documento di fattibilità dell’opera, «in funzione della sua posizione di convergenza dei flussi di acque reflue da collettare e a una quota più elevata rispetto alle aree interessate dalle possibili esondazioni del torrente Platani-Lavinaio». Il refluo depurato verrà convogliato nella zona Gazzena, poco a nord di Capomulini. Da lì, verrà poi allontanato a mare con una condotta sottomarina. Il punto di scarico delle acque non inciderà sulle due importanti zone di riserva: si trova, infatti, a 900 metri a nord dalla Timpa di Acireale (che è un Sic, un sito di interesse comunitario) e a 800 metri a sud dall’area marina protetta Isole dei Ciclopi.
Superata la questione ambientale e le resistenze nell’accettazione dell’infrastruttura, i cittadini dovranno fare i conti con l’idea di sostenere i costi di allaccio alla rete fognaria. I finanziamenti, infatti, riguardano la realizzazione degli impianti e delle condotte fognarie principali. Per la progettazione della rete fognaria il commissario ha deciso di dividere la progettazione in tre lotti, due dei quali che interessano Acireale e un terzo il depuratore di Mascali. Qui, infatti, finiranno i reflui raccolti a Santa Venerina e Zafferana Etnea, dopo che in una prima fase si era ipotizzato che i due Comuni potessero fare riferimento all’impianto acese. Per progettare la rete fognaria ci saranno in ballo circa quattro milioni.
Intanto, a occuparsi di questa fase di progettazione saranno: Etatec studio Paoletti Srl (con sede a Milano); Hydro Enginneering Ss degli ingegneri Damiano e Mario Galbo (Alcamo); C&S di Giuseppe Ingegneri associati Srl (Palombaro, Chieti); Pisano Rossella Maria Carlotta (Acireale, Catania); Engeo associati – Enginnerring & geology (Catania); studio tecnico forestale dottor Pantò (Aci Castello, Catania); archeologo – libero professionista (Canicattini Bagni, Siracusa); Spina Maurizio (Catania); studio di ingegneria Isola Boasso & associati Srl (Vercelli); Artec associati Srl (Taormina, Messina). L’Ati si è aggiudicato la gara da poco meno di due milioni con un ribasso di circa il 52 per cento.
Riceviamo e pubblichiamo dalla Struttura del commissario unico per la depurazione:
Occorre precisare che si deve all’impegno del precedente commissario, il professor Enrico Rolle, l’elaborazione della soluzione finale: risale infatti al periodo della scorsa gestione commissariale sia l’ubicazione del sito dove sarà realizzato il nuovo impianto (in località San Girolamo nel territorio di Acireale), individuata con particolare cura e attenzione alle istanze delle comunità interessate dal nuovo sistema, sia la decisione di utilizzare per il trattamento dei reflui dell’agglomerato di Acireale (comprendente Acireale stessa e altri dieci comuni) anche i depuratori Mascali e Pantano D’Arci, opportunamente adeguati e ampliati. Tali scelte hanno consentito di limitare gli scarichi a mare per un lunghissimo tratto di costa della provincia di Catania a tre soli punti, di cui due già in funzione.