Come avvenuto sabato scorso contro l'Empoli, i rosanero hanno faticato a trovare continuità nell'arco dei 90 minuti. Dopo un primo tempo nettamente al di sotto del proprio standard e chiuso in svantaggio di un gol, la squadra ha disputato una ripresa convincente e impreziosita dall'acuto del neo-entrato Murawski
Un Palermo dai due volti e abbonato all’X A Foggia ottenuto un pari in chiaroscuro
Parlare di sindrome probabilmente è una forzatura ma, analizzando le prime battute del campionato, è innegabile che questo è un Palermo abbonato al segno X. La conferma arriva dagli ultimi tre turni: 0-0 a Brescia, 3-3 in casa contro l’Empoli e 1-1 sul campo del Foggia. Tre indizi formano una prova. Il pareggio maturato oggi allo Zaccheria ha delle analogie con il pari rimediato sabato scorso al Barbera: il punto di contatto tra le due gare coincide con l’instabilità di un Palermo altalenante e che fatica a trovare una certa continuità nell’arco dei 90 minuti. Nel match contro l’Empoli gli uomini di Tedino avevano mostrato il loro profilo migliore nei primi venti minuti. Nella gara odierna contro i rossoneri, invece, i rosa hanno viaggiato con un motore diesel uscendo alla distanza e disputando una buona ripresa dopo un primo tempo molto deludente durante il quale la squadra, sotto di un gol all’intervallo in virtù dell’acuto di Nicastro al 42’, ha sofferto i ritmi esercitati da un Foggia brillante e bene organizzato.
L’1-1, in ogni caso, rispecchia in maniera fedele l’andamento di una sfida vivace in cui le squadre si sono divise i due tempi: i primi 45 minuti sono stati di marca rossonera grazie soprattutto al bel gioco espresso da un Foggia più reattivo rispetto ad un Palermo timido e piuttosto contratto. Nella seconda frazione di gioco, complice il calo atletico dei padroni di casa, ha preso il sopravvento la formazione di Tedino (in campo con il 3-4-1-2 con Coronado, trequartista in grado di spostare gli equilibri, a supporto del tandem macedone Nestorovski-Trajkovski), molto più combattiva rispetto al primo tempo e minacciosa in area di rigore in diverse circostanze. Il punto strappato allo Zaccheria, risultato che serve comunque a muovere la classifica, non consente ai rosanero di fare salti di gioia ma nello stesso tempo non deve essere accolto con delusione anche perché offre diversi spunti da cui la squadra può trarre insegnamento in vista del prosieguo del torneo. Spunti interessanti focalizzando l’attenzione sia sul polo positivo sia su quello negativo della batteria rosanero. La reazione mostrata nella ripresa, le tante occasioni da gol create e la rete con un destro da fuori area (su assist di Gnahoré) del neo-entrato Murawski, un’altra freccia nella faretra di una squadra capace di lasciare il segno non solo con gli attaccanti ma sfruttando anche le iniziative di difensori e centrocampisti, sono aspetti che gravitano intorno al segno «più».
Per un’analisi lucida e completa, tuttavia, non possono essere bypassati o sottovalutati i fattori che tendono verso la direzione opposta e che anche oggi hanno rischiato di compromettere il lavoro svolto durante la settimana. In condizioni normali, pur giocando in trasferta e in un ambiente caldo, il Palermo non dovrebbe avere problemi contro un Foggia qualitativamente inferiore e con la zavorra di undici gol incassati nelle prime tre giornate. Solo alcune variabili avrebbero potuto incanalare il match su binari diversi da quelli previsti alla vigilia e sono state proprio queste variabili (voglia di riscatto dopo il pesante ko di Avellino da parte della formazione guidata da un pericolante Stroppa e approccio molle di un Palermo sciupone in zona-gol) ad accorciare il gap e a rimettere in discussione i valori di due compagini costruite per obiettivi differenti. Tirando le somme, questo può essere per i rosa un pareggio salutare nel momento in cui la squadra capisce che in serie B non si vince solo con il nome o sulla carta. Per vincere e per imporre la propria cifra tecnica si deve giocare sempre con grande intensità (e non per venti minuti o solo per un tempo come avvenuto oggi) e mostrare la stessa determinazione degli avversari. Che, proprio perché affrontano una big come il Palermo, moltiplicano le forze e scendono in campo per disputare la partita della vita.