Udc, la carica dei 101 cuffariani all’Ars

Pierferdinando Casini, con la sua solita sincerità gesuitica (e scusate l’ossimoro, ma quando ci vuole ci vuole), sostiene di aver rimesso a nuovo il suo Partito in Sicilia. Insomma: basta ‘cuffariani’ (da Totò Cuffaro, ovviamente). Solo volti nuovi, lontani mille miglia dall’ex presidente della Regione caduto in disgrazia. (sotto, a sinistra – dove ormai Casini e i casiniani orbitano – foto tratta da termometropolitico.it)

Sempre originale, il signor Casini (il cognome, leggendolo in siciliano, significa tante alte cose: ma lui, per fortuna è bolognese, nonché romano d’adozione). Dice di andare a trovare spesso Cuffaro in carcere, magari prega per lui. Però, in Sicilia, ha un Partito – la grande Udc – ‘decuffarizzato’.

Ma le cose stanno proprio così? La ‘cuffarologia’ – come i testi di un apprezzato ma un po’ ostico (nel linguaggio) professore di Filosofia Teoretica – sono di difficile ‘lettura’. Basti pensare che il Pd siciliano, per quattro anni, ha ‘decuffarizzato’ la Sicilia governando con Raffaele Lombardo, che per oltre vent’anni con Cuffaro aveva diviso pure il sonno…

Noi, per provare a capire – e per raccontare ai nostri lettori – a che punto è la ‘decuffarizzazione’ dell’Udc di Casini e Giampiero D’Alia, ci faremo guidare da un ‘docente ordinario di cuffarologia’ che, per questioni di etica, di estetica e di geomorfologia politica, preferisce restare nell’ombra.

“Anche per evitare Casini”, ci dice.

Vuole evitare di creare problemi al numero uno dell’Udc?

“Ma che ha capito – ci dice il nostro amico ‘cuffarologo’ – casini con la ‘c’ minuscola. Io siciliano, sono. Non bolognese. Evitare i casini, i bordelli, come li devo chiamare?”.

Abbiamo capito: vuole evitare i casini e non Casini.

“Esatto”

Chiarito l’aspetto linguistico iniziamo, allora, il nostro ‘viaggio’ nel ‘cuffarismo’. Domanda d’obbligo: professore, sono scomparsi o no questi cuffariani? (a destra, foto tratta da doctorenry.blogspot.com) 

“Macchè scomparsi e scomparsi! Tutti vivi e vegeti sono. Uno più in forma dell’altro. Ora glieli nomino, ad uno ad uno. Ovviamente, in questa sede prendiamo solo i candidati all’Ars. Mettiamo da parte Sindaci, presidenti di Provincia, assessori e consiglieri comunali e provinciali e i premiati con i sottogoverni. Li lasciamo fuori, sennò ci perdiamo di casa. Parliamo solo della crema”.

E parliamo di ‘sta benedetta ‘crema’. Da dove cominciamo?

“Cominciamo da Palermo. E cominciamo dai fratelli Cuffaro, Silvio e Giuseppe. I due hanno sostenuto un candidati del Pdl, Salvino Caputo”.

Caputo? Ma è stato eletto per il rotto della cuffia?

“Appunto. Se non era per Silvio e Giuseppe Cuffaro…”.

E’ sicuro?

“Sicurissimo”.

Andiamo avanti. 

“Va detto, in premessa, che il Partito che si è preso i veri candidati di Cuffaro, i più forti, è l’Udc”. (a destra, foto tratta da nicolascalera.blogspot.com) 

L’Udc? Il Partito di Casini che si è ‘decuffarizzato’ ha candidato i cuffariani? Noi ne conoscevamo solo uno: Nino Dina. Medico e compagno di studi di Cuffaro, ex calciatore (difensore da ‘catenaccio’, dal tocco di palla molto ‘sporco’: fidatevi). Di lui sappiamo: è passato nell’Udc. Tutti lo davano fuori gioco, invece ha fatto il primo degli eletti a Palermo con oltre 10 mila voti. Noi pensavamo che Dina fosse un caso…

“Un caso? Perché, scusate, Totò Lentini, il secondo egli eletti nella lista dell’Udc di Palermo con chi stava? Era pure lui un cuffariano”.

Mamma mia, pure Totò Lentini (foto a desta) cuffariano! Da non crederci. I due eletti nella lista del’Udc di Palermo sono entrambi eredi di Totò Cuffaro, ed entrambi passati, armi e bagagli, con Casini. Alla faccia della ‘decuffarizzazione’…

“E ancora niente avete visto”.

Perché, scusi, ancora ce ne sono?

“Come ancora? A Palermo, ora che ricordo, c’è Geny Gruppuso”.

Sì, il consigliere comunale a Palermo. Ma non si è candidato.

“Vero. Ma ha sostenuto Dina”.

Ok. Passiamo alle altre province.

“Aspetti. Mizzica che fretta che ha!”.

Perché ancora ce ne sono a Palermo? Non ci dica!

“Vi dico, vi dico. C’è Luigi Vallone”.

Vero. L’avevamo dimenticato. Ma non è stato eletto.

“E che importanza ha? Nella lista dell’Udc di Palermo ha portato quasi 5 mila voti. E scusate se è poco”.

Andiamo avanti.

“Poi sempre a Palermo…”.

Ancora Palermo? Basta, non ce ne sono più!

“Ci sono, ci sono. Riccardo Savona, per esempio. Quello eletto nella lista di Grande Sud con oltre otto mila voti”.

Questa volta ha preso un granchio: Savona lo conosciamo bene: cooperative sociali a Palermo nella stagione orlandiana degli anni ’90. E poi un po’ qua e un po’ là: ultimamente con Raffaele Lombardo. Spiacente: errore ci fu”.

“L’errore lo state commettendo voi. Savona è stato appoggiato dall’ex Ministro, Calogero Mannino. Anzi, per essere precisi: all’inizio Mannino ha appoggiato solo Savona, poi anche Ruggero Avellone”.

Non ci possiamo credere: Mannino che appoggia Grande Sud.

“Con Palermo abbiamo finito. Anzi l’ultimo c’è: l’ex assessore regionale, Mario Parlavecchio. Anche lui nella lista di Gianfranco Miccichè”.

Vero. Ma ha raggiunto a mala pena i mille voti”.

“E che fa ci sputa lei a mille voti?”.

No, per carità: sempre voti sono. Mille, alla fine, sono un bel numero. E poi?

“Ora cambiamo collegio. Andiamo a Trapani. Lì c’è Mimmo Turano, l’ex presidente della Provincia che ha dimenticato di far costituire l’amministrazione che reggeva parte civile in un processo di mafia”.

Vabbè, era preso da altre cose.

“Vabbè un corno. Amico mio, la mafia è mafia”.

Senta, non è che lei, adesso si mette a dire che l’Udc ha un deputato regionale del nuovo governo regionale con il Pd che, da presidente della Provincia di Trapani, non si è costituto parte civile. Ormai Turano, che ha preso 6 mila voti, è alleato di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia:tutto ripulito, tutto cancellato… (a destra, Mimmo Turano, foto tratta da ilfattoquotidiano.it)

“Sì, il ‘briglio’”.

Prego?

“E’un modo di dire a Palermo. Qui l’ho imparato. Lei da dove viene che mi guarda così?

Andiamo avanti. A Trapani c’è solo Turano, eletto.

“C’è anche Gianni Pompeo, l’ex Sindaco di Castelvetrano, oltre 4 mila voti nelle liste dell’Udc. Le bastano?”.

Catania?

“Sa, di lì so poco. Io sono un ‘cuffarologo’ della Sicilia occidentale. Aspetti, forse ne ricordo uno: Marco Forzese, mi pare che si chiama così. Questo era un cuffariano di ferro. Ora è anche lui nell’Udc”.

Agrigento?

“Aspetti, a Catania un altro ce n’è: Salvatore Giuffrida, oltre 4 mila e 300 voti. Sempre nell’Udc, ovviamente”.

Passiamo ad Agrigento?

“Dalle parti di Girgenti mi viene in mente Maria Grazia Brandara, ex Sindaco di Naro”

Vabbè, nemmeno a mille voti è arrivata! Manco per farlo.

“Sa com’è? Poca roba di qua, poca roba di là, alla fine i voti così si ‘accucchiano’ però”.

Prego?

“Così i voti s prendono alla fine: un po’ di qua e un po’di là”.

C’è più nessuno?

“Mi pare tale Giuseppe Gramaglia, Pdl. Sostenuto dai fratelli Cuffaro”.

Ancora loro?

“Gliel’ho detto: sono pidiellini ormai”.

Perché?

“Ho letto qualche settimana fa su la Repubblica che Silvio voleva la candidatura e Saverio Romano l’ha stoppato. Così se ne sono andati nel Pdl”.

C’è più nessuno nella Valle dei Templi?

“Mi pare di no. Aspetti, forse Gaetano Cani da Canicattì”.

Ora crediamo proprio che abbiamo finito, no?

“Aspetti, mi faccia pensare, qualche altra cosa c’è: mi pare un certo Mario D’Agostino, a Messina. Oltre 2 mila voti. Sempre Udc. Ovviamente, dalle parti di Cariddi c’è anche Giampiero D’Alia”.

Che c’entra, D’Alia è D’Alia: mai cuffariano, sempre Casini-dipendente con la ‘C’ maiuscola.

“Casini-dipendente con la ‘C’ maiuscola quanto vuole: ma sempre con i voti di Cuffaro. Senza i voti di Cuffaro non sarebbe Senatore. Anzi, se non ci fosse stato Totò non ci sarebbe l’Udc”.

Adesso la facciamo qualche considerazione finale? Abbiamo finito con i nomi, no?

“Guardi, ce ne sono altri, tutti non me li ricordo. Mi ricordo Orazio Ragusa nel collegio di Ragusa. Rieletto. Anche lui nell’Udc”.

Basta, professore: lei ci sta dicendo che l’80 per cento e forse più dell’Udc di Casini è fatto da cuffariani. Lo capisce che significa? Che diranno a Roma e a Milano? Che nell’Udc di Casini ripartita da zero è cambiato tutto per non cambiare nulla. Basta con ‘sto Gattopardo: non ne possiamo più. Il Pd siciliano non governerà mai con i cuffariani. Lei si sta inventando tutto. La preghiamo: ci dica che si è inventato tutto. Lo faccia per Casini e per D’Alia…”.

“Per quei due gesuiti? Purtroppo è tutto vero. Oro colato.

E noi che pensavamo di non scrivere che l’attuale Sindaco di Porto Empedocle, Calogero ‘Lillo’ Firetto, eletto anche lui nell’Udc, collegio di Agrigento, l’operazione rigassificatore di Porto Empedocle, poi ‘chiusa’ con Raffaele Lombardo e Gaetano Armao, l’aveva iniziata con Cuffaro. Noi questa cosa non l’avremmo mai scritta: mai avremmo scritto che anche Firetto ha subito ‘contaminazioni’ cuffariane. Invece arriva lei e ci scodella tutti ‘sti nomi. Che tragedia! E chi glielo dice, ora a Cracolici e Lumia che governano con i cuffariani ora nell’Udc”.

“Non si preoccupi, già lo sanno. L’hanno sempre saputo. Adesso però vi saluto io. Una buona giornata. E, mi raccomando, non dimenticate che…”.

Che cosa?

“Che a Enna Luisa Lantieri, eletta in Grande Sud con quasi 3 mila e 500 voti era cuffariana. Lavorava in presidenza quando Cuffaro era presidente”.

Basta, la salutiamo noi: buona sera…

Foto di prima pagina tratta da perquelchemiriguarda.blogspot.com

 

 

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Pierferdinando casini, con la sua solita sincerità gesuitica (e scusate l’ossimoro, ma quando ci vuole ci vuole), sostiene di aver rimesso a nuovo il suo partito in sicilia. Insomma: basta ‘cuffariani’ (da totò cuffaro, ovviamente). Solo volti nuovi, lontani mille miglia dall’ex presidente della regione caduto in disgrazia. (sotto, a sinistra - dove ormai casini e i casiniani orbitano - foto tratta da termometropolitico. It)

Pierferdinando casini, con la sua solita sincerità gesuitica (e scusate l’ossimoro, ma quando ci vuole ci vuole), sostiene di aver rimesso a nuovo il suo partito in sicilia. Insomma: basta ‘cuffariani’ (da totò cuffaro, ovviamente). Solo volti nuovi, lontani mille miglia dall’ex presidente della regione caduto in disgrazia. (sotto, a sinistra - dove ormai casini e i casiniani orbitano - foto tratta da termometropolitico. It)

Pierferdinando casini, con la sua solita sincerità gesuitica (e scusate l’ossimoro, ma quando ci vuole ci vuole), sostiene di aver rimesso a nuovo il suo partito in sicilia. Insomma: basta ‘cuffariani’ (da totò cuffaro, ovviamente). Solo volti nuovi, lontani mille miglia dall’ex presidente della regione caduto in disgrazia. (sotto, a sinistra - dove ormai casini e i casiniani orbitano - foto tratta da termometropolitico. It)

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]