L'imputato Pietro Alberto Mulè è stato ritenuto colpevole con una pena di 16 anni. I giudici hanno ritenuto che il delitto non fosse aggravato da futili motivi. L'imputato ha sempre sostenuto di essersi difeso da una aggressione
Ucciso davanti a una discoteca, condannato 22enne Procura aveva chiesto ergastolo. Rabbia della famiglia
La corte di assise di Palermo ha condannato Pietro Alberto Mulè, 22 anni, a 16 anni di carcere per l’omicidio di Paolo La Rosa, avvenuto a Terrasini nel febbraio 2020, al culmine di una rissa davanti a una discoteca. La Rosa fu assassinato a coltellate ma i giudici hanno ritenuto che il delitto non fosse aggravato dai futili motivi, accogliendo in parte le tesi dell’avvocato Raffaele Bonsignore, legale dell’imputato.
La procura aveva chiesto l’ergastolo e la sentenza è stata accolta dai familiari della vittima, presenti nell’aula bunker del carcere Ucciardone, con grida e proteste. L’imputato ha sempre sostenuto di avere dovuto difendersi da una aggressione. La scena del delitto fu ripresa dalle telecamere di sorveglianza della discoteca Millennium. I familiari di La Rosa erano parte civile con l’assistenza degli avvocati Salvatore Palazzolo e Toni Palazzotto, mentre i Comuni di Cinisi e Terrasini, con gli amici di Paolo, erano patrocinati dagli avvocati Paolo Grillo e Gaspare Sassano.