Foto della pagina Facebook Nino Papania

Corruzione e truffa, arresti domiciliari per l’ex senatore Papania e altri politici del Trapanese

Un sequestro da quasi 9 milioni di euro e 14 misure misure interdittive. Sono questi i numeri di un’indagine della procura europea e della procura di Marsala su un giro di corruzione e su una frode all’Unione europea, che vedrebbe coinvolto l’ex senatore Nino Papania e alcuni consiglieri comunali del Trapanese. Un mese fa Papania è stato arrestato in un’operazione antimafia ed è stato portato in carcere. Nell’ambito dell’inchiesta emersa oggi la procura di Marsala ha disposto per il politico gli arresti domiciliari, mentre la procura di Trapani ha disposto un divieto di dimora a Palermo e a Trapani. Ai domiciliari anche Angelo Rocca – dirigente regionale del Movimento per l’autonomia e responsabile provinciale del partito di Papania, ViaManfredi Vitello e Ignazio Chianetta, responsabile di Via a Marsala. L’inchiesta della procura di Marsala riguarda due centri di formazione. Gli indagati avrebbero utilizzato indebitamente più di 8,7 milioni di euro del programma operativo Fondo sociale europeo 2014-2020 destinati alla formazione professionale. Il denaro sarebbe stato dirottato per spese personali e per il movimento politico di Papania (Via). Nelle province di Trapani e di Palermo sono ancora in corso perquisizioni domiciliari e locali.

L’operazione nasce da una indagine della procura di Marsala – condotta dalla guardia di finanza – che ha accertato una serie di truffe finalizzate a ottenere erogazioni pubbliche ed episodi di corruzione, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Nell’ambito degli accertamenti è emerso che i fondi indebitamente intascati venivano dall’Unione europea. Il personaggio chiave della vicenda sarebbe l’ex senatore ed ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana Nino Papania, che un mese fa è stato arrestato per un’altra inchiesta. Il politico, che qualche anno fa aveva creato il partito Valore, Impegno e Azione (Via), avrebbe potuto contare sulla complicità di un dirigente del Movimento per l’autonomia – poi passato a Via – di un esponente del movimento Via di Marsala e di un ex consigliere del comune di Cinisi, in provincia di Palermo.

Questi sarebbero stati interessati a ricercare e ad acquisire crescenti consensi intorno al partito di Papania, allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista delle elezioni. Gli indagati, servendosi degli enti Cesifop (Centro siciliano per la formazione professionale), Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e dell’associazione Tai, avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti dal Programma operativo Fondo sociale europeo 2014-2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, molti dei quali mai tenuti. Circa 800mila euro sono stati già incassati e impiegati per spese personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico Via e a campagne elettorali; ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati. La guardia di finanza ha proceduto al sequestro di circa un milione di euro, pari all’ammontare delle somme malversate o riciclate, e al sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati.

In cambio del sostegno al movimento politico dell’ex senatore Papania, sarebbero stati dati o promessi posti di lavoro, nomine e promozioni presso gli enti di formazione che l’ex politico di fatto controllava a sei esponenti politici siciliani – quattro attualmente consiglieri comunali a Marsala e a Custonaci – e a loro congiunti. Gli indagati al momento sono 24 e rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio. Nell’inchiesta sono coinvolti anche sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.


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