Truffa dello scambio sim, individuato clan specializzato A capo tre pregiudicati. Proventi per oltre 100mila euro

Un gruppo criminale composto da 21 persone e guidato da tre noti pregiudicati dell’area di Giarre, specializzato nell’utilizzo del sistema fraudolento Sim swap fraud. Formula nuova nel mondo delle truffe online che si basa sull’accesso illegale nella gestione via web della banca. Possibilità, quest’ultima, ormai offerta da tutti gli istituti e che consente ai clienti di gestire il proprio denaro senza recarsi fisicamente agli sportelli. Tra le misure di sicurezza adottate c’è quella dell’autenticazione in due passaggi, che prevede l’invio sul cellulare di una password temporanea. Per ottenere la chiave univoca i truffatori sarebbero riusciti a fare cambiare dai gestori di telefonia il numero da associare al conto corrente.

L’input investigativo era nato proprio dalla denuncia presentata da un commerciante calatabianese, il quale lamentava di avere visto suo malgrado volatilizzarsi tutti i novemila euro depositati sulla propria carta di debito Postepay evolution. L’uomo mentre si trovava fuori provincia aveva provato senza riuscirvi a effettuare alcune operazioni. Al suo rientro in sede, recatosi immediatamente all’ufficio postale di Calatabiano scopriva che uno sconosciuto, con l’esibizione all’impiegata di un documento d’identità e codice fiscale falsi attestanti però i suoi dati anagrafici, aveva già richiesto ed ottenuto un’ulteriore carta prepagata con la quale, poi, aveva prelevato l’intero credito, frazionandolo e distribuendolo ai complici su ulteriori carte prepagate intestate a diversi prestanome di comodo. La vittima, inoltre, attraverso la disamina del suo estratto conto verificava ancora che sussistevano numerosissime transazioni di pagamento, relative ad acquisti su piattaforme on-line.

Il commerciante riferiva inoltre che qualche giorno prima aveva avuto dei problemi con la propria linea telefonica mobile scoprendo in quell’occasione che qualcuno, a sua insaputa, con una denuncia di smarrimento fatta sempre a suo nome, ne aveva cambiato il gestore. Attraverso l’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza dell’ufficio postale gli investigatori sono riusciti a dare un volto ed un’identità all’uomo presentatosi allo sportello. Nel complesso le transazioni fraudolente ammonterebbero a circa 109mila euro, tutti confluiti nelle casse dell’organizzazione criminale.


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