Come cambia il M5s in Sicilia dopo la Costituente: «Programmi prima dei nomi, animo progressista e nessuna nostalgia dei fuoriusciti»

Tra gli attivisti nessuno si espone se non per esprimere parole di giubilo e di comunione per gli esiti di una Costituente che vede il Movimento 5 stelle cambiare faccia, o quanto meno continuare il percorso iniziato qualche anno fa liberandosi di una parte piuttosto ingombrante del passato. Ma se si insiste un po’, alla fine, una battuta un po’ piccata e non senza un leggero ghigno, viene fuori: «Chissà come rosicheranno i fuoriusciti ora che è stato approvato il terzo mandato». E i nomi in Sicilia sono tanti, a tutti i livelli elettivi, da Dino Giarrusso in Europa a Giancarlo Cancelleri per la Regione passando per i vari Igor Gelarda, Ugo Forello, Giulia Argiroffi, per il comune di Palermo e tanti altri ancora. Tutti candidati che, si ripete spesso all’interno della base ex-grillina, ora contiana, «se avessero avuto pazienza a quest’ora sarebbero in corsa per un ruolo di responsabilità».

Ma guardarsi indietro non fa mai bene, si sa e a quanto pare ne sono consapevoli pure sul fronte pentastellato. «I fuoriusciti non sono più un nostro problema – dice a MeridioNews Dolores Bevilacqua, senatrice palermitana del Movimento e membro del Comitato nazionale per i Territori del M5S con delega per Sicilia e Sardegna – probabilmente si mangeranno le mani, perché hanno manifestato un’impazienza che se fossero stati furbi avrebbero potuto contenere e alla fine ne avrebbero tratto beneficio. Ma mi permetto di dire: “per fortuna è stato così“».

Si tende invece a mitigare il fatto che comunque qualche scontento potrebbe esserci, soprattutto per l’esito del voto interno, decisamente ampio, che ha deciso di dare l’ok alla possibilità di candidarsi per un terzo mandato per chi ne ha già trascorsi due e soprattutto per l’eliminazione della figura del garante, cioè di Beppe Grillo, che farà ricorso. «Faccio i complimenti alla nostra comunità perché se c’è un percorso partecipato si esprime anche il proprio dissenso, ma se l’assemblea va in un’altra direzione, si segue la decisione democratica», aggiunge la senatrice.

Ma che Movimento esce da questo voto? «Il Movimento resta fedele ai suoi valori – continua Bevilacqua – che sono quelli di un posizionamento dalla parte degli ultimi, delle persone che sono dimenticate da questo governo di destra-centro. Si colloca nel campo progressista, con un’identità unica rispetto a chi occupa a vario titolo di questo lato, stiamo prendendo atto di una comunità che decide di maturare un percorso. A livello regionale c’è una comunità in fermento, fatta di attivisti, di cittadini, di portavoce, che cercano di raccogliere le istanze del territorio». Ma nessun leader all’orizzonte, quanto meno per adesso. «Quando sarà il momento – risponde la senatrice – Facciamo delle valutazioni che sono di più ampio respiro: la persona arriva dopo i temi, dopo il programma, dopo le risposte che vogliamo dare alla comunità, chiariamo prima questo e le persone sono conseguenti, così come non mettiamo mai davanti le persone quando si decide di andare in coalizione insieme ad altre forze politiche».

Nessuna imposizione di nessun nome, dunque, neanche agli eventuali alleati, anche in vista delle prossime elezioni regionali, che tanto sul fronte pentastellato, quanto su quello del Partito democratico, si stanno iniziando a mettere nel mirino in un’ottica – al momento – condivisa, anche in luogo dell’attività di opposizione portata avanti tra gli scranni dell’Assemblea regionale. Anche se tra i corridoi di palazzo si ventila da più parti che in prima fila per la candidatura a presidente ci sia il nome di Giuseppe Antoci, fresco dell’elezione a parlamentare europeo. «Antoci, così come Roberto Scarpinato è una figura carismatica – conclude Bevilacqua – quando si unisce al valore condiviso anche il carisma il mix è vincente. Siamo felici di averli con noi, ma come detto, ci sono cose che per noi vengono molto prima dei nomi».


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