Sono più di venti i siti archeologici presi di mira in Sicilia, ai quali si aggiunge un sito in Calabria, a Roccelletta di Borgia, in provincia di Catanzaro. Gli autori del traffico di reperti archeologici sono un gruppo di tombaroli che hanno rubato i reperti e poi li hanno immessi sul mercato attraverso una vera e […]
Traffico di reperti archeologici: venti i siti depredati in Sicilia
Sono più di venti i siti archeologici presi di mira in Sicilia, ai quali si aggiunge un sito in Calabria, a Roccelletta di Borgia, in provincia di Catanzaro. Gli autori del traffico di reperti archeologici sono un gruppo di tombaroli che hanno rubato i reperti e poi li hanno immessi sul mercato attraverso una vera e propria filiera illegale internazionale finita al centro dell’inchiesta della Procura di Catania.
Due organizzazioni criminali hanno operato in aree contigue, in parte negli stessi periodi e in parte in fasi diverse. La prima, attiva a Paternò, nel Catanese, tra giugno e dicembre 2021. Questa sarebbe responsabile di scavi clandestini ad Augusta, Ragusa, Aidone, Assoro, Termini Imerese, Cattolica Eraclea e Roccelletta di Borgia. La seconda, operante sempre nell’area di Paternò, dal giugno 2021 all’ottobre 2022. In questo caso, invece, avrebbro condotto attività illecite nei territori di Augusta, Siracusa, Lentini, Mineo, Ragusa, Termini Imerese, Mazzarino e Calatafimi-Segesta.
Diversi gli episodi ricostruiti dalla procura di Catania. Si parla di un lotto di monete antiche, tra cui un denaro siciliano con l’effigie di Carlo I d’Angiò. Un denario romano raffigurante l’imperatore Tiberio. Inoltre, dovrebbe essere stato trafugato anche un sigillo in bronzo parzialmente frammentato con le figure di un leone e di un grillo, databile al periodo classico-siciliano. I fatti risalgono al maggio 2022. In quello stesso periodo alcuni collezionisti avrebbero acquistato monete provenienti da Siracusa per una somma complessiva di 14 mila euro. Tra queste, un tetradramma di Agatocle e un esemplare siculo-punico.
Nell’inchiesta rientra anche la presunta ricettazione di 39 monete siciliane di epoca greca, cedute tra giugno 2021 e marzo 2022 a una casa d’aste londinese. Il 7 ottobre 2021, inoltre, 23 monete archeologiche in prevalenza siciliane di età greca. Litrae, tetradrammi, denari e sesterzi, oltre a esemplari calabresi e lucani avrebbero fruttato 88.590 sterline. Un’ulteriore tranche di 14 monete, soprattutto siciliane di epoca greca, tra cui dracme e tetradrammi delle zecche di Siracusa e Akragas, nonché nomos di Taranto, stateri e oboli, sarebbe poi finita all’asta il 24 marzo 2022 per un valore di 63.885 sterline.