Il presidente del circolo locale di Legambiente parla di una conferma rispetto alle analisi delle acque presentate a luglio da Goletta Verde. La Capitaneria di Porto ha segnalato lunedì la presenza di una chiazza di acqua scura in corrispondenza della condotta di scarico delle acque reflue vicino a una delle spiagge della città
Termini, divieto di balneazione su un tratto di mare «Dispiace molto che l’ordinanza arrivi a fine stagione»
Scatta il divieto di balneazione nel tratto di mare compreso tra l’ex stabilimento Olis e lo stabilimento Mormino. Questa la decisione contenuta in un’ordinanza di lunedì scorso del Commissario Straordinario Girolamo Di Fazio. La locale Capitaneria di Porto ha segnalato la presenza, nella stessa giornata, di una chiazza di acqua scura in corrispondenza della condotta di scarico delle acque reflue cittadine, sotto costa, vicino a una delle spiagge della città.
L’Ufficio Servizio Idrico Integrato ha riferito – si legge nell’ordinanza che ha stabilito il divieto – che la condotta a mare in questione presenta delle perdite. In seguito, la ditta che gestisce il depuratore cittadino ha confermato di avere effettuato delle manovre presso l’impianto per la ricerca di una perdita, interessando accidentalmente la condotta di scarico a mare. A breve produrrà una relazione in merito. Nel frattempo, l’Ufficio del Servizio Idrico Integrato è stato incaricato di eseguire alcune analisi delle acque di mare interessate.
Subito è arrivata la dura reazione da parte del presidente del circolo “L’Aquilone” Legambiente di Termini, Alessandro Costantino: «Leggendo l’ordinanza del Commissario, non si può rimanere impassibili davanti ad un’altra conferma di quanto ci aveva riferito Goletta Verde con le analisi delle acque che erano state fatte ad inizio luglio. La cosa che dispiace molto è che quest’ordinanza sia arrivata ormai a fine stagione estiva».
«La guardia costiera aveva già segnalato queste possibili perdite al sorgere di quest’estate – ha precisato Costantino – ma l’amministrazione e gli uffici sono rimasti silenti, anche dopo la nostra segnalazione di fine luglio. Un altro tema preoccupante è quello che si può evincere dal secondo punto dell’ordinanza. Non si capisce bene – ha concluso – come sia possibile che la ditta che gestisce il depuratore, durante le manovre, abbia causato ulteriori danni allo scarico dei reflui».