Libici tentano di sequestrare quattro pescherecci siciliani. «Chi lavora in mare ha bisogno di più tutele»

Una motovedetta libica ha tentato di sequestrare tre pescherecci di Mazara del Vallo: il Pegaso, il Giacomo Gancitano e il Twenty Three, e un motopesca di Pozzallo, il Vincenzo Ruta, a 80 miglia a Nord di Tripoli venerdì scorso. Solo l’intervento della nave militare San Marco, che ha inviato un elicottero sulla zona di pesca, ha fatto desistere i militari nordafricani. Il presidente del Consiglio comunale di Mazara del Vallo (in provincia di Trapani) Vito Gancitano su Facebook scrive: «Probabilmente 108 giorni non sono bastati e ancora una volta, assistiamo al tentativo di sequestro, da parte delle vedette libiche, di pescherecci mazaresi. Mentre il nostro governo discute con le autorità libiche sulle problematiche che attanagliano il mediterraneo, gli stessi libici tentano il sequestro. Questa volta – si legge ancora nel contenuto pubblicato sui social – per fortuna, la nostra marina militare ha evitato che ciò potesse accadere. I nostri pescatori hanno bisogno di più tutela e quei 108 giorni devono rimanere solamente un brutto ricordo».

I segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Roberto Giacalone, in una nota dicono: «Ancora una volta il tema della sicurezza dei lavoratori del mare Mediterraneo torna prepotentemente nella cronaca, a significare che il problema non è affatto risolto e che, dunque, non si può abbassare l’attenzione. È una situazione – affermano i rappresentanti dei sindacati – che purtroppo non ha ancora trovato la giusta definizione e continua ad alimentare uno stato di difficoltà e insicurezza per i pescatori italiani. Flai, Fai e Uila – aggiungono – si sono fatte promotrici nel tempo, anche a livello nazionale, di iniziative che potessero richiamare l’attenzione della politica sul tema, affinché possa esserci un intervento del Governo che possa finalmente garantire a questi lavoratori di svolgere la loro attività in totale sicurezza. Bisogna individuare e mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani dei pescatori italiani che operano nel canale di Sicilia e per assicurare loro la possibilità di continuare a pescare in quelle acque. Appena una settimana fa – concludono – la presidente del consiglio Giorgia Meloni, insieme ai ministri Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, è stata in Libia. Viene dunque spontaneo chiedersi se si è parlato di un argomento tanto importante e, nel caso, a quali conclusioni si sia arrivati».


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