Con l’accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, la Direzione investigativa antimafia ha arrestato e messo ai domiciliari, su mandato del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Marcello Asciutto, 58 anni, funzionario della Regione Siciliana.
Secondo gli inquirenti, avrebbe preso una tangente da 30mila euro in cambio di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative, della predisposizione di provvedimenti autorizzativi e del rilascio di illegittimi pareri favorevoli sui progetti per la costruzione e l’esercizio degli impianti di biometano di Franconfonte (Siracusa) e Calatafimi–Segesta (Trapani), proposti dalla cordata di Paolo Arata e Vito Nicastri mediante la Solgesta. Arata è un faccendiere, ex deputato di Forza Italia poi diventato consulente della Lega di Matteo Salvini per le energie alternative, mentre Nicastri, conosciuto come il re degli impianti eolici, è accusato di essere il finanziatore e il braccio imprenditoriale del latitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. L’imprenditore nel 2019 è stato condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
La corresponsione del denaro nei confronti di Asciutto sarebbe avvenuta per tramite Giacomo Causarano, dipendente dell’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità della Regione, già indagato e finito sotto processo. L’arresto di Asciutto è l’epilogo delle complesse investigazioni finalizzate al contrasto della corruzione e delle infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni, avviate dalla Dia a partire dal settembre 2017 e condotte nelle provincie di Trapani, Palermo, Roma e Milano. Effettuate anche perquisizioni locali presso l’abitazione e l’ufficio del funzionario.
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