Inchiesta Rinnovabili, gli Arata finiscono in carcere I domiciliarii per il funzionario regionale Tinnirello

Il tribunale di Palermo ha ritenuto necessaria la misura cautelare per Paolo e Francesco Arata. Padre e figlio, il primo già consulente della Lega per l’energia, sono stati arrestati all’alba dalla Dia. La richiesta è stata fatta dai magistrati di Palermo, che insieme ai colleghi romani si stanno occupando dell’inchiesta sulle rinnovabili e sui nuovi prestanome che avrebbero portato avanti gli affari di Vito Nicastri, il re dell’eolico considerato vicino al boss Matteo Messina Denaro e di recente condannato a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. 

I nomi degli Arata sono finiti al centro dell’attenzione già ad aprile, in occasione di una serie di perquisizioni. Stando agli inquirenti, con una serie di società a loro riconducibili, ma dietro le quali si sarebbe celato Nicastri avrebbero cercato di infiltrarsi nel settore della produzione di biogas e nel fotovoltaico. Destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sono stati lo stesso Nicastri e il figlio di quest’ultimo, Manlio. L’accusa per tutti gli indagati è a vario titolo di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Arrestato, ma ai domiciliari, l’ex funzionario dell’assessorato all’Energia, poi spostato al Genio civile, Alberto Tinnirello. L’uomo è accusato di avere preso soldi per favorire alcuni progetti degli Arata. Indagato anche un dipendente del Comune di Calatafimi-Segesta

Nel filone romano dell’inchiesta è coinvolto anche l’ex sottosegretario leghista Armando Siri. Sul politico del Carroccio, costretto alle dimissioni dopo il clamore mediatico e le richieste esplicite fatte a Matteo Salvini dagli alleati del Movimento 5 stelle, pesa il sospetto di avere favorito Arata in cambio di elargizioni di denaro. In un’intercettazione in cui a parlare non è Siri si menziona una tangente da 30mila euro. Nello specifico l’ex sottosegretario si sarebbe impegnato a portare un emendamento, poi mai approvato, nel documento di economia e finanza (Def) riguardante il mini-eolico. L’ordinanza di custodia cautelare prevede anche il sequestro di otto società. 


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