Non nasconde la sua indignazione, dopo la notizia appresa dalla stampa e arrivata a chiusura d'anno, il presidente del centro a causa della drastica riduzione delle risorse ridotte a un ventesimo rispetto allo scorso anno: «Eppure, solo nel 2017 abbiamo fatto oltre 50 iniziative. Viene da chiedersi a chi abbiamo dato fastidio»
Taglio netto ai fondi destinati al centro Pio La Torre Lo Monaco: «Siamo stupefatti, ricorreremo al Tar»
«Faremo una richiesta formale di accesso ai dati per capire le motivazioni e, se ci saranno i presupposti, presenteremo ricorso al Tar con i nostri legali. Certo, siamo stupefatti. Nessun ente ha mai subito un taglio di questo tipo: su una richiesta documentata di 279.900 euro è stato assegnato dalla regione un contributo di 16.800 euro. Viene da chiedersi a chi abbiamo dato fastidio». Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, non nasconde la sua indignazione, dopo la notizia «dei tagli appresa dalla stampa e arrivata a chiusura d’anno, cioè dopo avere svolto il programma presentato per il 2017».
«Eppure, solo nello scorso anno abbiamo fatto oltre 50 iniziative – dice – insieme a un progetto educativo antimafia giunto alla dodicesima edizione, un questionario sulla percezione della mafia che viene diffuso nelle scuole di tutta Italia e ora anche in alcuni istituti stranieri», per non parlare delle centinaia di pubblicazioni, convegni, video, manifestazioni con i presidenti della Repubblica Napolitano e Mattarella, laboratori teatrali con studenti e detenuti, incontri con i testimoni dei fatti storici più salienti, testi teatrali scritti appositamente per il centro Pio La Torre e donati da Vincenzo Consolo e Gabriello Montemagno, fino alla rivista scientifica A sud Europa. «Già il precedente governo Crocetta aveva fatto dei tagli notevoli, pari a 80mila euro – continua il presidente -, ma mai cosi. Abbiamo 32 anni di attività alle spalle, vorremmo conoscere le motivazioni di una misura così penalizzante».
Una sorte che è toccata anche all‘istituto Gramsci, come ha ricordato la Cgil di Palermo, esprimendo preoccupazione: «Non comprendiamo come mai le risorse siano state tagliate in percentuale maggiore proprio alle associazioni culturali da anni impegnate in attività antimafia – ha dichiarato il segretario generale della Cgil Palermo, Enzo Campo – Chiunque l’abbia stabilito, non è comunque un segnale positivo. Questo gesto fa il paio con le prime dichiarazioni fatte dal neo presidente dell’Ars sulla volontà di dire addio alla commissione antimafia. Il messaggio che arriva ci preoccupa».
Di «manifesta, umiliante e incomprensibile ostilità» ha parlato l’onorevole Claudio Fava. «Il centro Pio La Torre è tra i pochi ad aver contribuito in questi anni a costruire – con i fatti – un’antimafia non di facciata, dando onore al nome che porta e contribuendo a diffondere sapere, pensiero critico e memoria sui temi della lotta alla mafia – ha detto – Se occorre tagliare i costi, nessuna obiezione. A patto che i criteri per questi tagli siano legittimi, trasparenti e non punitivi. Non capiamo invece a quale criterio risponda la decisione di ridurre il finanziamento al centro La Torre ad un ventesimo della richiesta».
A fargli eco, il sindaco di Ustica, Attilio Licciardi della direzione regionale del PD siciliano, per il quale c’è in Sicilia una preoccupante aria di ‘normalizzazione’ che «dovrebbe suscitare la reazione della coscienza democratica di questa Regione. La destra si è presa la Regione, non i nostri cervelli. Mi auguro che si possa rapidamente tornare indietro da entrambe queste decisioni».
«Ci chiediamo a chi abbiamo dato fastidio, con il nostro impegno sociale e civile nel solco di Vincenzo Consolo e Pio La Torre – prosegue Lo Monaco – A chi ha dato fastidio questa libertà d pensiero e d’iniziativa portata a livello nazionale e internazionale col contributo di tanti volontari, col sostegno di tanti intellettuali siciliani e italiani, con la partecipazione della scuola italiana?».
Le attività del centro, nonostante i tagli pesanti, non si fermano: il 12 gennaio, al cinema Rouge et Noir la prossima conferenza del progetto antimafia sarà dedicata al tema delle migrazioni, tra disuguaglianza, accoglienza e integrazione, con il sociologo Maurizio Ambrosini, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, la docente Rosa Rizzo e Osas Egbon, presidente dell’associazione Donne di Benincity. Poi il 24 gennaio, all’auditorium Rai l’incontro Cosa loro, mafie tra cronaca e riflessione di Vincenzo Consolo. In mezzo, si pensa a «come andare avanti e non disperdere un patrimonio di antimafia concreta e non di carta».