L'arrivo del pattugliatore era previsto ieri sera, ma le operazioni di sbarco sono state bloccate dagli uomini del ministero della Salute che hanno individuato a bordo un paziente affetto da malattia infettiva. Trasferito a Roma con un elicottero, si è accertato che si tratta di varicella e non di vaiolo, come annunciato ieri dal sindacato autonomo di polizia. Motivo per cui alla nave militare con a bordo 390 migranti è stato dato il via libera per l'approdo
Sulla nave Orione un caso di varicella Non serve quarantena, in arrivo a Catania
E’ arrivata al porto di Catania la nave Orione della Marina Militare con a bordo 390 migranti, una piccola percentuale sul totale di 5mila soccorsi ieri nel canale di Sicilia. Sarebbe dovuta arrivare ieri sera, ma le operazioni sono state fermate a causa di un caso di malattia infettiva. Stamattina è stato accertato che si tratta di varicella e non vaiolo, come inizialmente diffuso ieri dal sindacato autonomo di polizia Sap. Il paziente è stato trasferito con un elicottero all’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. Ne dà notizia il ministero della Salute, lo stesso che ieri aveva segnalato il caso con il conseguente stop alle operazioni di sbarco.
Oggi, al termine delle analisi svolte in laboratorio, è arrivato il via libera anche all’approdo del pattugliatore. Sul molo ci sono sindacalisti del Sap che protestano contro «la scarsa sicurezza e la mancata prevenzione per gli agenti impegnati negli sbarchi». Ma il ministero annuncia: «Viene meno l’esigenza di mantenere in essere le misure quarantenarie adottate nella giornata di ieri sui contatti stretti del paziente». Una risposta chiara a chi, ieri, aveva cavalcato l’allarme. Il Sindacato autonomo di polizia – lo stesso che aveva denunciato pochi giorni fa 5 presunti casi di tubercolosi tra i poliziotti di servizio al porto di Catania durante uno sbarco a giugno – aveva già messo le mani avanti. «Il ministero dell’Interno – aveva affermato ieri il segretario generale Gianni Tonelli – come datore di lavoro, ha precise responsabilità e, laddove si verificassero problemi di salute per i poliziotti, dovrà risponderne sia penalmente che civilmente».
Oggi il ministero rivendica «la bontà del meccanismo messo in atto a seguito di un accordo tra il dicastero della salute e quello della Difesa, che prevede la presenza a bordo di unità navali partecipanti all’operazione Mare Nostrum di personale sanitario del Ministero per i fini di sorveglianza ed identificazione dei casi di malattia infettiva soggetti al Regolamento Sanitario Internazionale».