La seconda sezione del tribunale di Palermo ha concesso gli arresti domiciliari a Samuele La Grassa (22 anni), uno dei sei maggiorenni del gruppo che il 7 luglio 2023 avrebbe violentato una ragazza di 19 anni in un cantiere abbandonato del Foro Italico, a Palermo. Il collegio, dopo avere informato – come previsto dalla legge – la persona offesa (che si è costituita parte civile), ha ritenuto che La Grassa potesse ottenere il beneficio, cioè gli arresti domiciliari, in virtù della sua posizione processuale diversa da quella degli altri imputati. Un settimo ragazzo, 17enne all’epoca dei fatti, è stato giudicato dal giudice dell’udienza preliminare (gup) del tribunale e dalla Corte d’appello per i minori. La Grassa infatti nel giudizio aveva ottenuto un’attenuante per non avere partecipato materialmente allo stupro, dato che non avrebbe fatto sesso con la vittima, anche se sarebbe stato nel cantiere abbandonato, avrebbe condiviso l’azione criminale e la sua presenza avrebbe rafforzato gli intenti dei partecipanti alla violenza di gruppo
Per questo motivo La Grassa è stato condannato a quattro anni, mentre Elio Arnao, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores e Christian Maronia sono stati condannati a sette anni; sei anni e quattro mesi, invece, per Cristian Barone, che prima che i giudici entrassero in camera di consiglio chiese scusa per quello che aveva fatto. «Anche in questo caso – riporta l’agenzia di stampa Agi – i giudici hanno voluto distinguere le singole posizioni, per far comprendere ai sei giovanissimi imputati gli errori commessi. Col paradosso che in primo e secondo grado» l’imputato «minorenne – giudicato a parte – ha avuto più di tutti, otto anni e otto mesi, sebbene anche lui abbia fruito degli sconti di un terzo per il rito abbreviato e sia stato giudicato col regime teoricamente meno rigido previsto per i minorenni».
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