Tra le righe del Collegato, il disegno di legge approvato ieri che va a integrare la Finanziaria regionale, non c’è soltanto il caso Taormina. A passare quasi in sordina, tra un attacco di Cateno De Luca e un arrocco della maggioranza, c’è anche lo stop all’adeguamento Istat degli emolumenti dei deputati regionali. Una norma che mette fine a quello che sembrava essere il più grosso scandalo di inizio legislatura – per quanto l’adeguamento fosse totalmente legale, anzi, previsto proprio dalla legge – e che tra un caso Cannes, un nuovo scollamento tra governo e parlamento e l’ombra costante di un rimpasto dell’esecutivo, è passata nel più assoluto anonimato.
Nemmeno le opposizioni, che pure hanno votato il Collegato, hanno posto l’accento sull’emendamento, sul quale pare abbia ricoperto un ruolo centrale il presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, che tempo addietro aveva promesso un intervento in tal senso e aveva annunciato, così come diversi colleghi, che avrebbe devoluto in beneficienza i circa 800 euro mensili percepiti in seno all’aumento. Un aumento destinato a riproporsi. Si tratta infatti solo di un rinvio alla prossima legislatura, quando è lecito pensare ci sarà un’ulteriore adeguamento Istat in aggiunta a quello contestato e poi dimenticato nel 2022. Ma sarà un problema di chi ci sarà.
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