Ars, passa l’integrazione alla Finanziaria: tregua armata nella maggioranza. De Luca spaventa Schifani

La mattinata della politica regionale siciliana si era aperta così, con una nota da parte della maggioranza di governo che metteva fin da subito le mani avanti: «Si è svolto a Palazzo d’Orleans, in un clima di totale serenità e di condivisione del programma di governo, una riunione di maggioranza, convocata dal presidente della Regione Renato Schifani, alla quale hanno partecipato i capigruppo e i segretari regionali della coalizione di centrodestra». Una sorta di excusatio non petita, che tra le righe racconta della necessità di tirare le fila perché questa maggioranza faccia, banalmente, la maggioranza. In pratica evitare spiacevoli sorprese come accaduto qualche giorno fa, con il governo sotto su un emendamento dell’opposizione.

E il richiamo al dovere pare funzionare, dopo una mattina densa di discussioni, bastano cinque minuti all’Assemblea regionale per approvare tutto: il collegato alla Finanziaria, la proroga per i commissari delle province, la legge voto per il dimensionamento scolastico e il disegno di legge sulle farmacie rurali. Tutto tra le 14.20 e le 14.25, in rapida successione. E dire che il collegato, la famosa mini manovra che doveva integrare i capitoli di spesa di una legge finanziaria di fatto mutilata dal governo nazionale, conteneva anche l’emendamento Taormina, quello presentato da Cateno De Luca perché i Comuni che ospitano parchi archeologici e riserve dedite a grandi eventi potessero beneficiare di una percentuale sugli incassi dello sbigliettamento, da reinvestire in ordine pubblico e decoro urbano.

Alla fine passa anche quell’emendamento, per la gioia del leader di Sicilia vera, che pure si era presentato in Parlamento accompagnato da una delegazione di sindaci e amministratori, tra cui Edy Bandiera, vicesindaco di Siracusa ed Enzo Alfano, primo cittadino di Castelvetrano, Comune che ospita l’area archeologica di Selinunte. Per De Luca sarà una vittoria a metà, anzi, a due terzi, visto che sono state accodate al neo eletto sindaco di Taormina solo due delle tre richieste presentate alla Regione. Richieste che negli scorsi giorni avevano mandato in tilt la maggioranza, Schifani in testa, che ha mal digerito l’apertura offerta dall’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato. Un’impasse da cui si è usciti solo grazie alla mediazione diplomatica del presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno.

«Desideravo spendere qualche parola su questo emendamento, perché è stato oggetto di ampia discussione – dice De Luca – Questa storia parte dall’abrogazione di una norma che fino al 2015 riconosceva ai Comuni il 30 per cento sullo sbigliettamento, una decisione che ha portato i Comuni a dovere garantire i servizi senza un ristoro, con grandi difficoltà. Ringrazio il presidente del parlamento siciliano che si è fatto carico di una giusta mediazione per una vicenda che non riguarda solo il sindaco di Taormina, ma tanti sindaci. La percentuale che è stata oggi inserita come elemento di trasferimento ai Comuni su cui ricade il bene (il quindici per cento fino a un tetto complessivo di 600mila euro ndr) non è stata estesa ai grandi eventi organizzati dai privati, che sono quelli che richiedono maggiori sforzi e maggiori interventi. Avevo chiesto che ci fosse anche una compartecipazione, pure minima, ma purtroppo nel ragionamento complessivo non si è arrivato anche a questo elemento, ma posso dire con serenità che su tre questioni poste il Governo si è aperto almeno a due, visto che è stata prevista la possibilità per i Comuni di un minimo di giornate in cui disporre con una propria programmazione all’interno dei beni ricadenti nei parchi e nelle aree archeologiche».

Una soddisfazione, quella di De Luca, non condivisa dal suo alleato dell’ultim’ora, Gianfranco Miccichè. «Ho sentito l’intervento dell’onorevole De Luca. A me non sembra, Cateno, che questo sia un risultato positivo – dice l’ex presidente dell’Ars – Lo vedo come un risultato abbastanza inutile: il concetto vero, sul quale insisterò, anche presentando un emendamento, è quello del regalo ai privati. Il parco di Taormina, quando è costretto a chiudere per un grande evento, perde 40 mila euro di incassi che non gli ridarà nessuno. Prevediamo allora un rimborso, come possiamo pensare di continuare a penalizzare i comuni? L’accordo di oggi che accordo è? Auspico che si possa trovare una soluzione perché quanto meno i Comuni non vadano a perdere. Devo fare inoltre una proposta: questi accordi che vengono fatti con i privati, che non prevedono gare pubbliche, ma da trattative private, che dovrebbero essere inviate all’Urega per avere un visto, un minimo di approvazione, in modo che sia visibile a tutti perché sia stato scelto un impresario invece che un altro o uno spettacolo anziché un altro e fare tutto in maniera trasparente».

Archiviato il capitolo Taormina, passano diversi emendamenti tecnici, tra cui quello che consente di non perdere 46 milioni di euro provenienti dal governo nazionale nel settore dei trasporti, che prevede l’arrivo nelle flotte del trasporto pubblico siciliano circa 211 nuovi mezzi. I lavori vanno avanti spediti e c’è pure chi come Angelo Cambiano (M5s), lamenta l’eccessiva fretta: «Non abbiamo neanche il tempo di leggere e di documentarci». In Aula però è presente gran parte del governo regionale, con l’assessore Falcone e soprattutto il vicepresidente Luca Sammartino, per la prima volta nelle vesti di colui che toglie in via ufficiale a Renato Schifani la seccatura dei rapporti col Parlamento, pronti a fornire ogni spiegazione richiesta.


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