Stadio, i lavori dopo Catania-Palermo del 2007 Un debito fuori bilancio per quasi 763mila euro

L’aula consiliare di Palazzo degli elefanti ha da poco rinviato il voto su 25 debiti fuori bilancio, alcuni dei quali vecchi di oltre dieci anni. Tra questi ce n’è uno che il Comune ha nei confronti della società partecipata Catania Multiservizi per i lavori di messa in sicurezza dello stadio Angelo Massimino, risalenti al mese di giugno del 2007. Le opere sono arrivate in seguito agli incidenti prima, durante e dopo il derby calcistico tra le squadre Catania e Palermo del 2 febbraio dello stesso anno, occasione in cui ha perso la vita l’ispettore di polizia Filippo Raciti. Episodio di violenza – la cui eco ha varcato i confini catanesi e siciliani – che si è chiuso con la condanna per omicidio preterintenzionale ai danni degli ultrà etnei Antonino Speziale (all’epoca dei fatti ancora minorenne) e Daniele Micale. Sentenze confermate in via definitiva dalla Cassazione nel mese di novembre del 2012. Gli scontri tra forze dell’ordine e tifoserie – per cui all’epoca la Figc ha sospeso per un turno tutte le competizioni calcistiche –  sono valsi diversi danni all’impianto sportivo. Le riparazioni decise dall’allora amministrazione comunale guidata dal defunto sindaco Umberto Scapagnini sono costate poco meno di 763mila euro

Nel 2007, l’esecuzione dei lavori viene stabilita nel corso di una riunione tra l’ex primo cittadino Scapagnini, le autorità prefettizie e quelle di pubblica sicurezza. Per fare presto, l’amministrazione prevede fin dall’inizio l’assegnazione delle attività per la messa in sicurezza dello stadio alla ditta Catania Multiservizi. Che effettivamente interviene nell’impianto sportivo, non senza che nella vicenda manchino passaggi problematici: soprattutto circa la copertura finanziaria che ha poi generato il debito fuori bilancio. Ad affrontare più volte l’argomento è stata la commissione consiliare permanente ai Lavori pubblici, guidata dal consigliere del Partito democratico Niccolò Notarbartolo, alla presenza di diversi colleghi: Mario Crocitti, Maria Ausilia Mastrandrea, Salvatore Spadaro, Alessandro Messina, Giuseppe Catalano e Alessandro Porto. L’obiettivo dell’approfondimento è conoscere la natura dell’importo debitorio così come il dettaglio dei lavori effettuati da Multiservizi nonché le eventuali responsabilità per l’attuale Consiglio in caso di approvazione o respingimento della delibera sul debito fuori bilancio in questione. 

I lavori di quasi dieci anni fa consistono in opere di prefiltraggio delle zone adiacenti allo stadio, potatura di palme, discerbamento e pulizia delle aiuole della curva Sud, e integrazione di interventi per la messa in sicurezza delle aree di prefiltraggio sia esterne sia relative alle sottotribune di entrambe le curve. Le fatture emesse dalla partecipata comunale segnano importi per 515.014,96 euro per il primo punto, 10.980,90 per il secondo e 236.929,26 per l’ultimo. Una somma che porta il prezzo da pagare per gli scontri di nove anni fa al Massimino a un totale di 762.925,12 euro. Sei cifre le cui coperture finanziarie, all’epoca, sarebbero derivate in parte da fondi accreditati da Investi Catania in un capitolo specifico del bilancio, intervento però respinto dalla ragioneria generale del Comune. L’impegno dei soldi in bilancio, disposti dall’ex sindaco Scapagnini, non ha potuto avere un seguito perché proprio in quel capitolo non c’era la disponibilità economica. Ragion per cui il debito è finito fuori bilancio. E a deciderne il futuro è l’attuale Consiglio, che per il momento si è preso un po’ di tempo per ulteriori accertamenti

La maggior parte dei debiti di questo tipo «sono determinati da spese non impegnate per motivi di necessità impellenti o emergenze», spiega nel corso di una riunione consiliare Notarbartolo. «In alcuni casi, se il Consiglio rimanda in maniera perpetua l’approvazione, si può anche insediare un commissario esterno che si sostituisce al senato cittadino», si legge in un verbale della commissione Lavori pubblici, datato agosto 2015. «Qualora il Consiglio non riconosca un debito, si assume la responsabilità sugli interessi maturati a partire da quel momento – conclude -, mentre approvandone uno non dovuto i consiglieri sono responsabili dell’intera somma. Al netto del fatto che, se viene accertato un dolo, diventa un problema degli uffici tecnici competenti». «All’epoca dei fatti non ero ancora presidente di Multiservizi – dichiara a MeridioNews l’attuale dirigente della partecipata Michele Giorgianni -, ho trovato questo credito e lo sto perseguendo».


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