In piazza Dante una scritta per commemorare Enzo Scalia, detto Negativa. Intanto gli inquirenti stanno continuano a lavorare per capire cosa sia successo davvero sabato sera lungo viale Grimaldi. Quattro le persone che sono rimaste ferite
Sparatoria Librino, striscione per una delle vittime Proseguono indagini. Tra le piste non solo la droga
«Enzo negativa brillerai per sempre». Un messaggio semplice e chiaro per ricordare Enzo Scalia, una delle due vittime della sparatoria di sabato sera, nei pressi dei civici 16 e 18 di viale Grimaldi, a Librino. Lo striscione, sfondo bianco e lettere nere, è stato affisso tra via Mascali e piazza Dante, in un muro di palazzo Ingrassia, a pochi metri da uno degli storici punti di ritrovo del tifo organizzato del Calcio Catania. Sotto la scritta una corona di fiori bianchi, a forma di cuore, con la scritta Enzo in rosso. Qualcuno ha lasciato anche una pianta di girasoli. Due giorni dopo il far west gli investigatori stanno lavorando a ritmi serrati per ricomporre i pezzi di questa storia.
Insieme a Scalia, 25 anni, è stato ucciso il pregiudicato 48enne Luciano D’Alessandro. Quattro le persone rimaste ferite, di cui due dimesse dagli ospedali subito dopo i fatti. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, è stata assegnata al sostituto Alessandro Sorrentino. Gli interrogatori sono scattati nell’immediatezza. A terra sono rimasti anche due ciclomotori ma il vero nodo è se dietro la sparatoria ci sia una discussione degenerata o un regolamento di conti.
Al momento, secondo quanto appreso da MeridioNews, nessuna pista viene esclusa dagli inquirenti. Una delle più battute è quella che ruota attorno al mondo della droga. Nei pressi del punto in cui sono stati uccisi Scalia e D’Alessandro c’è infatti una grossa piazza di spaccio. Entrambe le vittime vantano diversi precedenti penali ma nel caso del più giovane dei due, almeno in passato, non erano emerse contestazioni legate ai clan. Diverso l’identikit di D’Alessandro. Arrestato nel 2008 insieme al boss Biagio Sciuto – clan Sciuto-Tigna – dopo una rapina a un rappresentante di gioielli mentre viaggiava in direzione dell’aeroporto Fontanorssa.
Ci sono poi i feriti. Uno di loro, il più anziano, è accostato dalle forze dell’ordine al clan Cappello. Due sono i fatti che hanno preceduto la sparatoria, con le forze dell’ordine che stanno lavorando per capire eventuali collegamenti. Venerdì sera è stato ferito a un polpaccio, con un colpo di pisola, Salvatore Monaco, fratello di Christian. Quest’ultimo considerato personaggio in ascesa nel panorama criminale cittadino all’interno del quartiere San Berillo Nuovo. Sabato pomeriggio, invece, si è verificata una rissa in un noto bar di via Armando Diaz, nei pressi del quartiere Nesima.