Il cantante in primo grado aveva rimediato sei anni e otto mesi che nel processo di secondo grado scendono a quattro. Il suo nome finì al centro dell'inchiesta Double track della squadra mobile di Catania. Nel mirino le forniture di stupefacenti da fuori regione
Spaccio, in Appello condannato neomelodico Pandetta Cessioni di cocaina quando si trovava ai domiciliari
Da sei anni e otto mesi, con 30mila euro di multa, a quattro anni e un’ammenda di 17mila euro. Questo l’esito del processo di secondo grado, celebrato davanti alla seconda sezione della corte d’Appello, nei confronti di Vincenzo Niko Pandetta. Il cantante neomelodico è finito alla sbarra dopo essere rimasto incastrato nelle maglie dell’inchiesta Double track. Nome scelto dalla squadra mobile di Catania per ribattezzare il blitz dell’ottobre del 2017 nei confronti di un gruppo criminale ritenuto vicino al clan mafioso dei Cappello-Bonaccorsi. Pandetta era accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana. Droga che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe venduto mentre si trovava agli arresti domiciliari in via Plebiscito. Era il 2015 quando gli investigatori monitorarono i suoi rapporti, attraverso telefonate e messaggi, con Walter Buscema.
Nelle carte dell’inchiesta, la casa di Pandetta venne definita «una tappa obbligatoria all’uscita di locali e ristoranti» della movida catanese. Fatti che nel processo di primo grado vennero definiti dalla difesa del neomelodico come «lontani dalla persona che Pandetta è oggi e senza collegamenti con la sua attuale carriere da cantante». Oltre a Pandetta, che è nipote del sanguinario capomafia ergastolano Turi Cappello a cui ha dedicato una canzone, alla sbarra c’erano altre 18 persone. Per una di loro, Santa Boncaldo, il presidente ha deciso di dichiarare inammissibile il ricorso della procura di Catania.
Per Manuel D’Antoni è stata comminata una condanna a 5 anni e 4 mesi, mentre per Mattea Barbera – figlia di Santa Boncaldo – è stata disposta la condanna a 6 anni. L’elenco degli altri imputati: Filippo Beninato (9 anni e 4 mesi), Ciro Capasso (4 anni e 2 mesi), Antonio Davide Florio (6 anni e 8 mesi), Simone Guglielmino (12 anni e 11 mesi), Ivan Angelo Lo Faro (1 anno e 4 mesi), Gabriele Lo Pinto (5 anni e 4 mesi), Pietro Luisi (5 anni e 4 mesi), William Patanè (7 anni e 4 mesi), Ivano Antonio Santangelo (14 anni e 2 mesi), Nunzio Davide Scrivano (9 anni e 10 mesi), Fabio Spampinato (6 anni e 8 mesi), Gianluca Spampinato (7 anni), Giuseppe Scauzzo Treccarichi (5 anni e 5 mesi), Francesco Troina (11 anni e 4 mesi) e Rocco Tutone (5 anni e 4 mesi).