Sorella Napoli, il pm chiede l’appello per Klaus Davi

Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio ha fatto appello al non luogo a procedere deciso dal gip, il 2 aprile scorso, nei confronti dell’ex opinionista della trasmissione Non è l’Arena Klaus Davi e del direttore di La7, Andrea Salerno, delegato al controllo dei contenuti del programma. Ad aprile il gip, su richiesta della procura aveva deciso il non luogo a procedere per i due indagati e per il conduttore Massimo Giletti. Per i tre la stessa procura aveva chiesto, alla fine del 2018, il rinvio a giudizio dopo l’esposto presentato dal sindaco di Mezzojuso Salvatore Giardina autorizzato dal consiglio comunale. 

Sindaco e consiglio comunale si ritengono diffamati dalla trasmissione che da oltre un anno dedica uno spazio alla vicenda delle tre sorelle Napoli, proprietarie di un’azienda agricola con oltre 70 ettari di terreno tra Corleone e Mezzojuso dove coltivano cereali e foraggio. Irene, Gioacchina e Marianna Napoli dopo la morte del padre, nel 2006, dicono di aver subito minacce e intimidazioni mafiose per costringerle a cedere l’attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l’uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni. 

Il prossimo 12 maggio è prevista una puntata di Non e l’Arena in diretta dalla piazza Umberto I a Mezzojuso. Il procuratore propone ricorso alla corte di appello perché il gip aveva deciso il non luogo a procedere per Sergio Mariotti (in arte Klaus Davi) in quanto aveva derubricato il reato di diffamazione aggravata in ingiuria perché le presunte offese di Davi erano state pronunciate in presenza dell’offeso, il sindaco Giardina (i due seppure lontani fisicamente erano però in collegamento diretto). Il reato d’ingiuria però è stato depenalizzato nel 2016. 

Il pm quindi spiega perché secondo lui il reato in realtà è di diffamazione considerato anche che «il legislatore negli anni Trenta non poteva porsi il problema delle offese pronunciate nell’ambito di un collegamento televisivo in diretta, per difetto dell’indispensabile cognizione del progresso scientifico che, molti anni dopo, lo avrebbe reso possibile». Per il pm «non si verte nell’ipotesi d’ingiuria quando la condotta travalica lo stretto rapporto interpersonale tra offensore e offeso e le frasi pronunciate hanno solo come pretesto la finalità di raggiungere le orecchie dell’interlocutore ma in realtà hanno come destinatari numerosissimi soggetti (nel caso di una trasmissione tv milioni di persone) e le modalità e gli strumenti utilizzati (emittente televisiva che trasmette su tutto il territorio nazionale) per la loro potenza offensiva, ne connotano fortemente la natura diffamatoria». 

Per il pm la situazione appare analoga a quella delle offese propalate attraverso gli strumenti informatici come i social network. Salerno – secondo Cartosio – omettendo il controllo della trasmissione televisiva ha consentito a Mariotti di commettere il reato di diffamazione e quindi va rinviato a giudizio. Il sindaco Salvatore Giardina è rappresentato dall’avvocato Milena Re.

(fonte: Ansa)


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