Esposto alla procura della Repubblica da parte del Codacons nei confronti del primo cittadino di Aci Sant’Antonio Santo Caruso. La denuncia da parte dell’associazione a difesa dei consumatori al sindaco è arrivata alcuni giorni fa e ha come motivazione centrale la mancata presentazione dei certificati antisismici e di agibilità delle strutture scolastiche santantonesi. A settembre 2018, infatti, la sede regionale del Codacons, con in testa Giovanni Petrone – presidente dell’associazione – ha richiesto a tutti i grandi Comuni della Sicilia i documenti sulla salubrità degli edifici scolastici. «Abbiamo fatto questa richiesta per sensibilizzare i Comuni e spingerli ad adeguarsi alle norme antisismiche – dichiara Petrone a MeridioNews – Se ci fossero gli estremi, chiediamo pure che vengano chiuse le strutture non in regola».
A sentire l’associazione, tutti i Comuni chiamati in causa hanno risposto, tranne Aci Sant’Antonio. Dopo una prima richiesta fatta pervenire a settembre, il 9 gennaio il Codacons invia una diffida a Santo Caruso con la quale invita nuovamente il sindaco a fornire i documenti. Ma, da gennaio fino a qualche giorno fa, sarebbe continuato il silenzio da parte del Comune santantonese, tanto da spingere il Codacons a sporgere la denuncia per omissioni di atti d’ufficio: «Non vogliamo accusare nessuno: abbiamo solo chiesto alla giustizia di verificare se ci sono ipotesi di reato», dice ancora Petrone, firmatario della denuncia.
Al presidente regionale dell’associazione consumatori fa eco Carmelo Sardella, avvocato e responsabile dell’associazione per l’area etnea delle Aci. «Vorrei che il nostro atto non si prendesse come accanimento nei confronti di un singolo Comune – precisa Sardella – Dopo la prima lettera di settembre, l’altra l’abbiamo reiterata a gennaio con tanto di pec attraverso cui si notificava la richiesta dei documenti. Abbiamo atteso oltre i trenta giorni previsti dalla legge, per questo abbiamo fatto l’esposto».
La replica di Santo Caruso, però, non tarda ad arrivare. Il sindaco, contattato da MeridioNews, attende i risvolti della vicenda: «Parto dal presupposto che non ho ancora letto la denuncia, che bisogna vedere se verrà archiviata o meno – commenta – In molti già mi fanno passare come colpevole quando ancora devo valutare l’esposto e, nel caso, difendermi dall’accusa». Caruso entra poi nel merito dei fatti. Il sindaco sostiene di non avere ricevuto nessuna lettera dal 30 settembre fino al 9 gennaio, giorno in cui sulla sua scrivania è arrivata la diffida che intimava il Comune a rispondere. «Né gli uffici né io sapevamo nulla – spiega – Fino a quando, a gennaio, vengo informato della diffida, così do atto agli uffici di procedere alla verifica, ma non mi è stata data nessuna comunicazione».
Caruso scarica la responsabilità della mancata risposta all’Ufficio tecnico: «Il 16 gennaio ho scritto al caposettore Stefano Finocchiaro chiedendo di fornire la documentazione richiesta e poter dare riscontro alla lettera entro i termini, ma non ho ricevuto repliche». Adesso, il sindaco parla di probabili provvedimenti: «Ho attuato tutte le procedure nel caso di eventuali omissioni, ho informato anche il segretario comunale: qualora ci fossero delle mancanze, le responsabilità ricadranno su chi di dovere – continua – Io questa denuncia continuo a ritenerla strumentale, perché mi si dice che da sindaco devo rispondere a queste richieste, quando invece tocca agli uffici: io non faccio accesso agli atti».
Nel 2017, Aci Sant’Antonio ha visto già la chiusura di una scuola a causa del cemento depotenziato: «Mi sento con la coscienza a posto, quando c’era da intervenire, come nel 2017, siamo intervenuti – conclude – Ma riguardo ai certificati, questi si producono nel momento in cui apre la scuola: sui certificati la competenza è tecnica e non riguarda il sindaco».
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