L'architetto ha reso note le prime proposte per Palermo: dal nuovo stadio, «togliendo gli anelli del Barbera e costruendo una cittadella sportiva con servizi», a «un Palazzo dei Congressi da almeno 5mila posti», fino a una nuova pavimentazione per le balate della Vucciria
Siciliani Liberi, al Lux Lomonte presenta programma «Orgoglio, ricchezza e bellezza le nostre direttrici»
«Orgoglio», «ricchezza», «bellezza»: sono le tre direttrici lungo cui si muove il programma di Ciro Lomonte, candidato sindaco con la lista indipendentista Siciliani Liberi. Al cinema Lux l’architetto ha lanciato le sue idee per la città, che riguardano in buona parte una vera e propria trasformazione strutturale. A partire dalla zona dove si è svolto l’incontro. «La parte moderna di Palermo è brutta – ha affermato Lomonte -. Nei quartieri bisogna lavorare sull’identità. Recuperando l’idea di Palermo come città di città».
A introdurre il candidato è stato Massimo Costa, l’economista che due anni fa ha dato vita a un movimento che punta non solo al governo della città ma anche della Regione. Intanto c’è da pensare al capoluogo siciliano. «Tutti i candidati sindaci non dicono l’unica verità che c’è da dire – ha detto Costa – cioè che ogni programma si potrà realizzare per intero soltanto se ci saranno le risorse finanziarie. Queste risorse sono sistematicamente derubate dallo Stato e quindi oggi tutti i Comuni siciliani sono in dissesto. Nessuno lo dice perchè tutti debbono rendere conto alle segreterie politiche che stanno a Roma o Milano.E quindi bisogna tagliare questo cordone ombelicale che sottomette la nostra classe politica ad altre».
Un po’ impacciato all’inizio, Ciro Lomonte ha preso poi la parola. Con un intervento scritto, a volte letto, in cui più volte si è palesata l’anima dell’urbanista. Non sono mancate le critiche all’attuale giunta su più punti caldi, anche se sempre in punta di fioretto: «I centri commerciali non vanno supportati (velato riferimento alle fermate del tram ad hoc … ndr), le botteghe invece sì. Noi vogliamo sopprimere la tassa per la Ztl, non ha senso chiedere soldi ai cittadini se si vuole migliorare la qualità dell’aria, servono invece più mezzi pubblici. La Vucciria sta morendo, una delle proposte può essere quella di ridisegnare la pavimentazione come è avvenuto nel corso di Cefalù. Che ne è stato poi del riconoscimento Unesco? – ha continuato poi Lomonte -. Se non fosse stato per la meritoria azione dell’associazione Kassaro alto, ci sarebbe il nulla sul percorso siculo-normanno. Non è possibile che per andare al duomo di Monreale ci sia un solo autobus, ci sono turisti che vanno a piedi fino a lì ed è una scena che fa piangere il cuore».
Spazio anche per proposte innovative, come quella di «realizzare un Palazzo dei Congressi da almeno 5mila posti, perchè la città ha bisogno del turismo convegnistico», un nuovo stadio in cui «togliere gli anelli del Barbera e costruire una cittadella sportiva con servizi come un’area sotterranea di parcheggi fino a via Belgio, perchè non è possibile che ogni domenica gli abitanti della zona rimangano ostaggio della partita», «dare vita al Festival Jazz Sicilia». Lomonte ha ribadito dunque che «siamo noi l’unica vera novità elettorale, quello dei partiti colonialisti è un virus. Le ideologie ottocentesche sono morte ma la ricerca delle poltrone invece no».
E nei primi 100 giorni di governo, quali sarebbero le priorità da seguire? «Incontrare innanzitutto gli impiegati del Comune – ha detto Lomonte a Meridionews – per favorire pensionamenti e coinvolgere i più attivi, costruendo programmi insieme. Poi togliere alcuni tappi che bloccano la circolazione in città, bloccare le nuove linee del tram che sono pericolose, attivare finanziamenti per l’interessante riconoscimento di Capitale della Cultura mentre su Manifesta siamo perplessi».