Il presidente del coordinamento del Palermo Pride sul perché della scelta di consegnare loro il premio dedicato alla memoria dello storico attivista: «Non rappresentano la sua eredità, ma sono il suo discorso vivo, incarnato e in continua lotta»
Sicilia queer filmfest, assegnato il premio Nino Gennaro Va a Massimo Milani e Gino Campanella, fondatori Arcigay
Nel decimo anno del Sicilia Queer filmfest, festival dedicato alle arti visive che si svolge dal 15 al 20
settembre ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, il premio Nino Gennaro viene assegnato ai fondatori di
Arcigay in Italia e storici attivisti del movimento Lgtb+ Massimo Milani e Gino Campanella.
Il Premio intitolato alla memoria di Nino Gennaro viene assegnato ogni anno a un o una artista o a un o una
intellettuale che si sia distinto o distinta a in modo particolare per la sua attività e il suo impegno finalizzati
alla diffusione internazionale della cultura queer, alla valorizzazione delle differenze e alla difesa dei diritti
delle persone Lgbt+.
Il prossimo 31 ottobre la coppia si unirà civilmente a Giarre, nel 40esimo anniversario dell’omicidio dei due
giovani amanti, Giorgio e Toni, rimasto senza colpevole e che portò alla fondazione di Arcigay.
«Non a 25 anni dalla morte, ma a 72 anni dalla nascita di Nino Gennaro – sottlinea il Coordinamento
Palermo Pride – celebriamo a il suo essere vivo nella carne, nelle parole, nelle lotte e nelle vite di Massimo
Milani e Gino Campanella, i quali non rappresentano la sua eredità, ma sono il suo discorso vivo, incarnato e
in continua lotta».
Militanti del F.U.O.R.I., fondatori a Palermo del primo circolo Arcigay d’Italia, genitori del Neo (primo
locale lgbt cittadino), Massimo e Gino celebrano ogni giorno la vita e le parole di Nino Gennaro con le loro
stesse esistenze: due vite legate a doppio filo dal loro amore che non si limita ad attraversare e investire solo
noi, ma che deflagra, frantuma e spezza la regola di morte infelicemente complice che ancora oggi vorrebbe
le persone Lgbt+ prigioniere e prigionieri del silenzio.
«L’amore di Massimo e Gino è indistinguibile dal loro impegno militante tanto quanto il loro impegno
militante è indistinguibile dal loro vivere: è un amore che non cancellerà la morte di Antonio e Giorgio
avvenuta a Giarre il 31 ottobre 1980, ma è un amore capace del ben più potente gesto di non lasciare quel
capitolo concluso con la parola “morte”, di proseguire quella storia il prossimo 31 ottobre con il loro
matrimonio – spiega il coordinatore del Palermo Pride Pietro Pitarresi – Tutto è cominciato a Giarre
con la morte di due uomini che si amavano, ma è anche vero che tutto è nato e rimasto in vita nei corpi di chi
ha riconosciuto la potenza eversiva dell’amore, la necessità dell’amore: amarsi e amare muovono la nostra
determinazione a conquistare le vite che ci spettano, non le vite infelici che ci vengono cucite addosso. È
ancora una volta l’amore disperato e famelico di vita ad averci insegnato come sottrarci ai pensieri di morte,
ecco perché oggi più che mai celebriamo la vita e l’amore di Massimo e Gino che mantengono in vita anche
noi con le parole che loro stessi si sono faticosamente scritti addosso e non con le parole che gli hanno tirato
addosso».
«Nino Gennaro e il premio che porta il suo nome celebrano mai come quest’anno la vita irriducibile
e il desiderio insopprimibile di vivere e di essere militanti, dunque felici, cui Massimo e Gino ci danno prova
ogni giorno e di cui lo stesso Nino Gennaro ci ha fornito le parole. A Massimo, Gino e Nino, i quali non
hanno mai avuto tempo per badare ai propri killer perché impegnati a essere felici».
«La decisione di celebrare le nozze a 40 anni di Giarre è il simbolo di una vita vissuta intensamente e in cui
politico e privato coincidono – spiega Andrea Inzerillo, direttore artistico del Sicilia Queer filmfest –
riassumendo quindi il senso di un premio intitolato a Nino Gennaro. Nel decimo anniversario del festival,
questo intende essere un regalo di matrimonio ma anche un omaggio a loro alla loro storia e al loro percorso,
che pure è il percorso stesso del movimento Lgbt italiano».