L'accusa è grave: oltre due miliardi di coperture finanziarie messe nel rendiconto del 2016 non sarebbero concretamente esigibili. La conseguenza è che Pino Zingale chiede ai giudici contabili di non approvare il bilancio. Attesa in queste ore la decisione
«Sicilia a rischio default, entrate solo sulla carta» Procuratore della Corte dei Conti boccia Regione
«Almeno due miliardi di coperture si presentano come altamente dubbie (nella migliore delle ipotesi la Regione si dimostra incapace di riscuotere)». E ancora: «Il possibile, se non probabile sfumare di un così cospicuo budget di entrata, destinato a rimanere un numero sulla carta, senza opportuni interventi correttivi da parte del legislatore regionale, farebbe scivolare la Regione nel default». Un giudizio pesantissimo sul rendiconto del 2016 della Regione Sicilia, messo nero su bianco, dal procuratore generale della Corte dei Conti, Pino Zingale.
Zingale, lo scorso 30 giugno, aveva chiesto ai giudici contabili di non approvare il rendiconto generale per il 2016 della Regione siciliana a causa di numerose irregolarità non risolte. La Regione ha presentato le sue controdeduzioni e proprio in queste ore la Corte dei Conti, a sezioni riunite, è in camera di consiglio per decidere. Intanto Zingale ha ulteriormente risposto, con una relazione, alle precisazioni dell’amministrazione regionale. Ed è proprio in questo documento che si trovano le nette censure sul bilancio del 2016.
Al centro delle critiche ci sono i residui attivi, cioè i crediti che la Regione Sicilia dice di dover esigere, che ammontano a quasi due miliardi. «L’importo ingente – scrive il procuratore generale – fa sorgere serie perplessità sia sull’esigibilità, sia sull’esito della riscossione. Peraltro la Regione nel 2015 ha già effettuato il riaccertamento straordinario dei residui attivi, con una cancellazione di residui attivi di svariati miliardi di euro, di conseguenza non dovrebbe esservi un importo così elevato di residui attivi reimputati che segnala come fisiologico ciò che dovrebbe essere patologico. È ragionevole che dopo una tale simile pulizia permanga una simile massa di residui attivi reimputati?».
Zingale quindi aggiunge: «Inoltre, quasi 2,6 miliardi di euro di coperture provengono dal fondo anticipazione liquidità che non dovrebbe finanziare il maggiore disavanzo. D’altronde – conclude – l’elevato abnorme numero già segnalato di procedure esecutive nel 2016 è prova della circostanza che la Regione, di fatto, soffre di una cronica crisi di liquidità, ragionevolmente riferibile alla circostanza che una parte consistente dei propri crediti incontra serie difficoltà a trovare realizzazione».