Mentre non esiste ancora un sistema di valutazione nazionale indipendente, il 'buon nome' delle università italiane è affidato alle classifiche elaborate dai giornali. Interpretate ad hoc dagli uffici stampa degli atenei
Se la Kore è meglio del Politecnico di Milano
In un momento in cui le università italiane, falcidiate dai tagli, sono invitate a “competere”, ecco moltiplicarsi le più bizzarre classifiche degli atenei. In attesa di un sistema di valutazione nazionale indipendente, la comparazione è tutta affidata ai giornali. Capita che testate di eccellente reputazione – come ad esempio Il Sole 24Ore, da sempre molto attento ai problemi dell’università – si prestino a questo falò delle vanità. Ma sono soprattutto gli uffici stampa dei singoli atenei a sgomitare: esibendo graduatorie più ballerine che mai.
Basta aggiungere qualche commento compiaciuto per assicurarsi un’effimera eco sui quotidiani locali. Così, ad esempio, da La Sicilia di giovedì 5 marzo, apprendiamo che Il Sole 24Ore ha collocato “l’Università di Enna al terzo posto in Sicilia, sulle 4 esistenti, e al 66esimo in Italia, sulle 76 università valutate”. Quella pagina de La Sicilia è curata dall’ufficio stampa della stessa Kore, ma il lettore non lo sa. Nulla indica la provenienza dei testi (come per le altre pagine a pagamento pubblicate dall’università di Catania). Seguono squilli di tromba e rulli di tamburi. “Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato il presidente della Kore, Cataldo Salerno – il punteggio raggiunto è ancora più straordinario se si tiene conto del fatto che i 300 millesimi attribuiti all’Università di Enna dal Sole 24Ore sono la somma di soli 5 punteggi parziali, rispetto ai 9 presi in considerazione per tutti gli altri atenei. (…) Nonostante ciò la Kore consegue lo stesso risultato della prestigiosa Università Iulm di Milano, supera una delle università storiche della Sicilia ed altre 9 università dotate di grande fama, tra le quali l’Orientale di Napoli e l’Università per Stranieri di Perugia, tanto che Enna si piazza ad appena 37 millesimi dalla Sapienza di Roma. Con questo stesso trend, entro due anni l’Università di Enna sarà tra le prime dieci università italiane”.
E perché non del pianeta?
Nella classifica internazionale del Times di Londra, pubblicata il 14 febbraio sull’inserto Higher education, in un contesto che vede purtroppo in calo tutti i nostri atenei, La Sapienza di Roma compare al 205° posto, seconda università italiana dopo Bologna. Pertanto, se si dovesse credere alla comparabilità delle due graduatorie (quella sbandierata da Cataldo Salerno e quella del Times) la Kore è già molto avanti rispetto al Politecnico di Milano (291°) e all’ateneo padovano (296° nel mondo). Che importa se, appena pochi mesi fa, la stessa fonte (Il Sole 24Ore del 14/7/2008: “Università, ecco la classifica degli atenei migliori” di Gianni Trovati) collocava Enna al penultimo posto tra le tredici università italiane non statali? Chi fa attenzione ai parametri adottati? Chi si stupisce dei controsensi? Chi confronta “le discese ardite e le risalite”?
Con tutto il rispetto per gli sforzi di radicare un ateneo in una realtà come quella della Sicilia interna, non si potrebbero evitare commenti fantasiosi che sconfinano nella comicità? Non sarebbe meglio andarci più piano?