I carabinieri del Ros e dei reparti territoriali del comando provinciale di Trapani hanno scoperto un secondo covo di Matteo Messina Denaro. Da quanto si apprende sarebbe un appartamento con all’interno una sorta di bunker, ricavato nel complesso residenziale vicino all’abitazione di via Cb 31 a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro, fu agganciato per la prima volta dal boss un anno fa. Sarebbe dunque attorno al gennaio 2022, secondo quanto avrebbe raccontato lo stesso Bonafede agli investigatori e agli inquirenti, che ci sarebbe stato il primo contatto tra i due. Un incontro sul quale il geometra non avrebbe fornito particolari dettagli affermando solo di esser stato intercettato da Messina Denaro in paese. In quell’occasione, avrebbe ancora spiegato Bonafede, il boss gli chiese di acquistare l’abitazione in vicolo San Vito in cui poi ha vissuto fino al giorno dell’arresto. Un acquisto che fu perfezionato a giugno del 2022.
Il secondo covo di Messina Denaro sarebbe una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio. E si troverebbe in una casa al primo piano di una palazzina di via Maggiore Toselli 34, a Campobello di Mazara. L’abitazione è di Errico Risalvato, 70 anni, assolto nel 2001 dall’accusa di mafia, ritenuto vicino al capomafia di Castelvetrano. E sarebbe stato proprio il proprietario dell’abitazione a dare agli investigatori la chiave della stanza blindata occultata dal fondo di un armadio pieno di vestiti. Non è ancora stato reso noto cosa sia stato trovato nel corso della perquisizione del bunker.
Intanto ieri si è appreso che Alfonso Tumbarello, il medico di base che aveva in cura prima il vero Andrea Bonafede e poi il suo alias Matteo Messina Denaro, risulta indagato nell’ambito dell’arresto del boss. Il camice bianco – nel 2006 candidato alle regionali con l’Udc di Totò Cuffaro – appartiene alla massoneria e proprio da questa è stato sospeso. La decisione è arrivata ieri con un provvedimento firmato dal Gran Maestro Stefano Bisi e dal Gran segretario Emanuele Melani. Il provvedimento di sospensione è a tempo indeterminato e riguarda ogni attività massonica. Da chiarire c’è un passaggio fondamentale: come ha fatto il medico di base a non accorgersi dello scambio di persona? Sempre nella stessa indagine sulla rete dell’ormai ex latitante, come scritto da Il Fatto Quotidiano, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati anche Filippo Zerilli, responsabile dell’Oncologia medica all’ospedale di Trapani. Nosocomio in cui per un mese sarebbe stato ricoverato un paziente: Andrea Bonafede.
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