Si torna in aula per il processo per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. In primo grado, con il rito ordinario, i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara sono stati condannati rispettivamente a 26 e 18 anni di carcere. Riconoscendo le attenuanti generiche, il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni di reclusione. «Noi – dice a MeridioNews l’avvocata Alessandra Furnari che, insieme al collega Ivan Albo, assiste la madre e il fratello di Scieri – chiediamo la conferma della sentenza di condanna». Una decisione – che aveva tardato ad arrivare perché i giudici avevano chiesto, all’ultimo, di potere sentire ancora altri tre testimoni – contro cui tutti e due gli imputati, tramite i loro legali (Andrea Cariello per Panella e Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini per Zabara) hanno presentato un ricorso in appello chiedendo l’assoluzione o, in via subordinata, di riqualificare il fatto nel reato di omicidio preterintenzionale o morte come conseguenza di altro delitto.
Nel procedimento con il rito abbreviato, invece, in primo grado sono già stati assolti gli ex ufficiali della Folgore Enrico Celentano e Salvatore Romondia. Imputati per il reato di favoreggiamento, i vertici militari sono proprio usciti dal processo quando dalla procura è arrivata la rinuncia all’appello perché il reato sarebbe stato ormai prescritto. Un’assoluzione dall’accusa di omicidio è arrivata, nei primi due gradi di giudizio, per il sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, in questo caso perché mancherebbero le prove «al di là di ogni ragionevole dubbio», come recita la formula. «Per questo – dichiara l’avvocata Furnari al nostro giornale – abbiamo già depositato alla procura generale della corte d’Appello di Firenze la richiesta per impugnare la sentenza di assoluzione di Antico e il ricorso per Cassazione ai fini civili».
Un caso che, all’epoca, era stato archiviato come suicidio e un procedimento che è stato riaperto a distanza di vent’anni dopo la relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta. Oggi, dopo un quarto di secolo dai fatti, si apre il secondo grado del processo che vede imputati i due ex commilitoni di Scieri. Una prima udienza che prevede il disbrigo di tutte le questioni preliminari – dalla costituzione della corte, al giuramento da parte dei giudici popolari chiamati a esprimersi – e poi anche la relazione del giudice relatore. Dovrebbe essere lui a fare una sintesi degli atti del procedimento prima di passare la parola, nel corso delle prossime udienze, alla procura, agli avvocati delle parti civili e ai legali delle difese per le loro discussioni. «La sentenza che riconosce Panella e Zabara colpevoli di avere ucciso Emanuele – commenta Furnari – è importante anche perché descrive perfettamente il clima violento e le pratiche di nonnismo che c’erano all’interno della caserma Gamerra di Pisa nel 1999, perché ricostruisce gli atteggiamenti che avevano all’epoca i due imputati e anche perché – conclude la legale – riconosce il ministero della Difesa come responsabile civile».
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