Prima l’incontro con gli industriali, per l’eterna questione del rilancio del polo etneo, e poi la passerella per verificare lo stato di implementazione del modello sperimentale della Casa di comunità, già operativo nel presidio sanitario nell’ex ospedale San Luigi di Catania. Occasione che non è sfuggita al sindaco di Bronte Pino Firrarello. Arrivato a Catania dalla città del pistacchio con l’obiettivo di incontrare il presidente della Regione Renato Schifani e fare valere le proprie ragioni sul futuro dell’ospedale Castiglione-Prestianni e del suo punto nascite. Le attività all’interno di quest’ultimo sono state sospese da fine giugno per la carenza di ginecologi. Un copione che sembrava già scritto con la decisione che è stata giustificata dall’Azienda sanitaria provinciale etnea indicando «l’interesse unico di assicurare i necessari standard operativi e di sicurezza del servizio».
«Chiederò a Schifani se negli ospedali catanesi ci sono carenze in organico o surplus di dipendenti – spiega prima dell’arrivo del presidente il sindaco di Bronte – Io sostengo che fare morire i piccoli ospedali sia un grave errore perché tutte le persone, nel bisogno, correranno verso le grandi città. I piccoli Comuni hanno un ruolo importante, è vero che Bronte è a 50 chilometri da Catania ma è anche vero che nel nostro ospedale arrivano pazienti da Randazzo, Maniace, Cesarò e Santa Domenica Vittoria. Comuni che distano da Catania fino a 100 chilometri. C’è un accanimento stupido da parte di chi coordina la Sanità in Sicilia».
Parole a cui Schifani ha replicato soltanto dopo diversi solleciti da parte dei giornalisti, presenti all’interno del nosocomio dopo l’invito inoltrato da parte dell’ufficio stampa della Regione. «Ho già parlato stamattina», ha replicato Schifani cercando di dribblare cronisti e microfoni. Soltanto dopo una complicata opera di accerchiamento – e sottolineando come all’incontro fossero stati invitati i giornalisti in forma ufficiale – il governatore ha detto la sua sulla questione Bronte: «Tutti i sindaci hanno vari problemi e vorrebbero che la propria postazione sotto casa non possa essere cancellata – spiega – Noi siamo sensibili a queste esigenze ma vogliamo guardare alla Sanità nel complesso. Ci sono realtà superate da ospedali con nuove tecnologie e dobbiamo guardare a nuove riforme che diano il senso a una Sanità più moderna, agile e meglio organizzata». Nessuna risposta dal presidente sulle questioni riguardanti gli ospedali di Caltagirone, Giarre e Taormina. Territori che da tempo cercano di fare sopravvivere le realtà esistenti. A precise domande, Schifani ha preferito allontanarsi.
L’arrivo di Schifani al San Luigi era stato preceduto anche dalla presa di posizione dei sindacati Cisl e Ugl, che hanno declinato l’invito del direttore generale dell’Asp Maurizio Lanza con un’apposita nota, indirizzata per conoscenza anche al direttore amministrativo Giuseppe Di Bella e al direttore sanitario Antonino Rapisarda, attraverso la quale continuano a contestare l’atteggiamento aziendale nei confronti dei componenti del Tavolo provinciale della salute. Le case di Comunità, stando ai programmi, saranno 106 in tutta la Sicilia e, di queste, 29 gestite dall’Asp di Catania. Realizzazione possibile con i fondi del Pnrr.
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