A differenza di quanto ipotizzato ieri dopo le prime analisi, l'abbondante ferro che ha colorato il litorale non verrebbe dal mare, bensì dalle campagne circostanti, soggette a erosione dalle piogge. «Non ci sono infatti tracce di ossidi nelle alghe a riva». Guarda il video
Scala dei Turchi, sopralluogo su spiaggia rossa Capitaneria: «La ruggine viene dai terreni vicini»
Da tre giorni la Scala dei Turchi ha cambiato il suo colore, da bianco a rosso. Un fenomeno che ha destato molte preoccupazioni e che, secondo le prime analisi dell’Arpa, è dovuto alla ruggine. Nei campioni è stata infatti trovata una grande quantità di ferro. Ma, a differenza di quanto ipotizzato ieri, il metallo non verrebbe da una nave saliera e quindi dal mare, bensì dai terreni limitrofi circostanti. A dirlo è la Capitaneria di Porto Empedocle, dopo aver effettuato un sopralluogo stamattina insieme ai tecnici dell’Arpa e funzionari del Comune di Realmonte.
«Abbiamo accertato che si tratta di contaminazione dai terreni circostanti – spiega il comandante Filippo Parisi -, non ci sono infatti tracce di ossidi di ferro nelle alghe a riva. Quindi la ruggine non può provenire dal mare, difficile inoltre che la corrente possa spingerla a riva perché gli ossidi di ferro non galleggiano in acqua». L’ipotesi più accreditata è quindi quella del «dilavamento dovuta alle abbondanti piogge», cioè a un’azione di erosione che, in terreni carichi di ferro, può portare alla perdita di liquidi di colore rosso. I ruscelli poi avrebbero portato la ruggine fino alla spiaggia. «Sostanze pigmentanti, verosimilmente ossido di ferro – comunica in una nota la Capitaneria – sono presenti anche a monte dell’arenile lungo dei rigagnoli che trasportano detto materiale verso il mare, circostanza che può far ritenere con molta probabilità che il fenomeno derivi da processi naturali (probabile presenza di minerali ferrosi a monte) e non di natura antropica».
«Un fenomeno simile si è verificato nel 2013 – continua il comandante – ed è probabile che l’origine sia nel terrapieno che si trova vicino alla spiaggia». Spetta ora all’Arpa dire se i terreni in questione siano di per sé ricchi di ferro, o se la presenza del metallo sia legata ad altra causa. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente continuerà dunque le sue analisi, per verificare anche l’eventuale presenza nella sabbia di altre sostanze. Intanto l’ambientalista Claudio Lombardo, fondatore dell’associazione MareAmico, solleva dubbi sull’ipotesi dell’origine via terra, «considerato che le stesse macchie rossastre sono state trovate anche nella spiaggia della Villa romana, lontana un chilometro dalla Scala dei Turchi».