Un milione di euro per studiare «i fenomeni erosivi», così li definisce la Regione Siciliana anche se non senza polemiche, che rischiano di deturpare le pareti rocciose della Scala dei Turchi, il sito naturalistico in provincia di Agrigento. L’obiettivo è la progettazione degli interventi necessari a contrastare i crolli. «Un importante segnale di attenzione», si legge in una nota stampa divulgata dalla Regione. Il finanziamento, deliberato dalla giunta di Palazzo Orleans, arriverà attraverso l’ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
«Dopo avere adottato nei mesi scorsi tutte le misure necessarie per la messa in sicurezza di quest’area – ha detto Musumeci – passiamo adesso alla fase della tutela. Le indagini specialistiche che stiamo per disporre dovranno dirci al più presto cosa provoca lo sgretolamento della falesia di marna bianca in modo da potere affidare a esperti di altissimo valore, senza indugi, la pianificazione delle opere che serviranno a salvaguardarne l’integrità».
La notizia è stata accolta con soddisfazione da Mareamico, l’associazione ambientalista che sin dal 2017 ha sollevato la questione crolli nella parete di marna lungo la costa di Realmonte. «La Scala dei Turchi è afflitta da un problema di fragilità sommitale che causa i crolli – spiega a MeridioNews il responsabile provinciale Claudio Lombardo – non c’è nessun problema di erosione perché non è aggredita dal mare». Di certo, sostiene Lombardo, «saremmo stati più contenti se il finanziamento fosse stato di cinque milioni di euro, utili a mettere in sicurezza tutta la parte ovest».
La Scala dei Turchi, al momento posta sotto sequestro dalla procura di Agrigento, è stata al centro del dibattito anche a seguito di un’annosa disputa tra pubblico e privato in quello che è un sito naturalistico in parte demaniale e in parte, stando alla decisione del gip Stefano Zammuto, di proprietà di Ferdinando Sciabarrà.
«Il nostro obiettivo – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro – è quello di compiere, entro la fine dell’attuale legislatura, ogni atto che serva alla fruizione corretta, sicura e rispettosa di questo meraviglioso scenario che il mondo ci invidia. Per raggiungerlo – conclude -, continuiamo a lavorare in silenzio, ma senza sosta».
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