San Cataldo, fermata banda autrice di diversi furti Merce veniva rivenduta ai compro oro e su internet

Furti in serie, soprattutto in appartamenti e case di campagna. Circa 40 quelli ricostruiti dai
carabinieri di Caltanissetta che ieri mattina hanno eseguito 11 misure cautelari emanate dal Gip
su richiesta della Procura di Caltanissetta nei confronti di
un gruppo di giovani di San Cataldo, tutti
tra i 20 ed i 30 anni. 

Monili in oro, televisori, attrezzature da lavoro e in un caso anche una gabbia con pappagalli di
valore. Il gruppo non si faceva alcuno scrupolo quando si presentava la possibilità di un guadagno
facile. Neanche quando c’era da alleggerire
un amico o un conoscente, come nel caso di un
portafoglio appartenente all’amica della fidanzata di uno degli indagati: svuotato dei contanti, circa
400 euro, prima di essere restituito. 

L’operazione Kitt 2, condotta dai militari della Compagnia di Caltanissetta e dal Nucleo operativo
radiomobile, è la prosecuzione di un’omonima operazione conclusa nel 2017 sempre tra
Caltanissetta e San Cataldo. I reati contestati si riferiscono ad un periodo che va
dal 2015 al 2018.
Parte della refurtiva, complessivamente del valore di 200mila euro, è stata recuperata e restituita ai
legittimi proprietari. Gli oggetti preziosi rubati venivano
smerciati tramite compro oro, mentre altre
tipologie di oggetti venivano venduti anche su
internet. In uno dei più famosi store online si è
imbattuta una delle vittime che
ha riconosciuto una fisarmonica, rubata e messa in vendita su
Subito.it

In conferenza stampa il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale
dell’Arma, ha ricostruito questo e altri episodi in cui le vittime erano amici o conoscenti. Circa 100
militari sono stati impegnati dalle prime ore di stamane nell’operazione che ha portato quattro
persone in carcere, quattro ai domiciliari mentre per due indagati il giudice ha disposto l’obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria.
Sono stati trasferiti
in carcere Elia Guttadauria, classe ’92, a cui sono contestati i reati di furto
aggravato, furto in abitazione e ricettazione;
Andrea Raimondi, classe 1997, per furto aggravato,
furto in abitazione, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti;
Manuel Dell’Aira, il
più giovane, nato nel 1998, accusato di furto aggravato, furto in abitazione, ricettazione e
detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti;
Salvatore Raimondi, il più grande, classe ’90 a cui
viene contestato il reato di ricettazione. Ai
domiciliari vanno invece Valentina Cuda (classe 1994,
per lei le accuse sono di furto e ricettazione);
Michele Antonio Novembre, classe 1997 (furto in
abitazione),
Angelo Di Forte del 1995 (furto in abitazione e detenzione ai fini di spaccio), Giovanni
Riggi
, classe 1996, accusato di ricettazione e Vincenzo Intilla del 1995 accusato di furto aggravato. 

Il capitolo dello spaccio vede al centro degli affari un garage di San Cataldo dove alcuni degli
indagati erano soliti riunirsi. Lì sono state filmate alcune cessioni. I clienti erano anche giovanissimi
e lo stupefacente di scarsa qualità. Motivi che a più riprese hanno indotto i carabinieri a intervenire
per stoppare l’attività di vendita, pur continuando le indagini che hanno portato all’emissione
dell’ordinanza cautelare di oggi da parte del Gip di Caltanissetta, Graziella Luparello. 

«Quasi tutti gli indagati odierni hanno precedenti specifici – ha spiegato il capitano Salvatore
Vilona
, comandante della Compagnia di Caltanissetta –. L’azione di
contrasto avvenuta nel corso di quattro anni ha portato al sequestro di circa un chilogrammo di
sostanza stupefacente».
I furti in abitazione sono reati che provocano allarme sociale, ammette il colonnello Daidone. «Il
furto investe tutti – spiega – sia le persone più umili che quelle che stanno bene economicamente e
nel caso di episodi ripetuti
si crea inevitabilmente allarme sociale. Sono problematiche che
affrontiamo e contrastiamo quotidianamente in sede di comitato per l’ordine pubblico coordinato dal
prefetto, insieme alle altre forze di polizia, al questore e al comandante provinciale della guardia di
finanza».

Alberto Sardo

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