S. Bambino e Ferrarotto andranno alle forze dell’ordine Razza: «Sul progetto c’è intesa tra Regione e ministero»

«Un progetto concreto permetterà di realizzare nei locali del Santo Bambino e del Ferrarotto un presidio da destinare a carabinieri, polizia e guardia di finanza». La conferma arriva dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che ha seguito il dossier sul futuro delle strutture sanitarie etnee. «In questo senso – spiega l’assessore a MeridioNews – c’è già una piena intesa tra il governo regionale di Nello Musumeci e il ministero dell’Interno di Matteo Salvini per individuare le risorse aggiuntive da utilizzare in queste strutture».

Ieri mattina anche il sottosegretario e commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani ha detto di avere «passato molte ore insieme a prefetto, questore, carabinieri e finanza, parlando di cosa fare con le
strutture sanitarie che verranno dismesse in città, cioè Santo Bambino e Vittorio Emanuele. Vogliamo destinarle alle forze dell’ordine, vorremmo collocare il comando provinciale dei carabinieri, la sede della Finanza e la Questura. Contiamo di proporre e sottoscrivere un protocollo con la Regione siciliana entro metà giugno». Di fronte a chi ricorda al leghista venuto da Busto Arsizio (in Lombardia) che, da tempo, si parla di realizzare un campus universitario nella struttura del Vittorio Emanuele  vista la vicinanza con il monastero dei Benedettini sede delle facoltà linguistiche e la necessità di aumentare i posti letto per gli universitari – Candiani risponde: «Nessuno mi ha parlato di questo progetto. So che non è corretto calare le cose dall’alto, ma se dal basso non arriva nessuna proposta, se dal basso non si lavora e il terreno è sterile, allora c’è bisogno di ararlo».

A mettere ordine alle dichiarazioni del sottosegretario è l’assessore regionale alla Salute che precisa che il Vittorio Emanuele resta fuori da questo progetto che coinvolge, invece, le altre due strutture etnee. «C’è una piena intesa – afferma Razza – tra il governo regionale di Nello Musumeci e il
ministero dell’Interno di Matteo Salvini per individuare le risorse aggiuntive da utilizzare in queste strutture. Così da dare una svolta legalitaria in quella zona di Catania. Di questo si è già parlato, mesi fa, durante un comitato straordinario per la sicurezza pubblica alla presenza di Musumeci. Con il sottosegretario Stefano Candiani – conclude l’assessore – c’è stato un dialogo costante e una collaborazione che vogliamo chiudere nei tempi più rapidi». 

Intanto, la struttura del
Santo Bambino, nell’attesa che si concretizzi il progetto d’intesa con le forze dell’ordine, è stato dato in quota parte all’Azienda sanitaria provinciale per evitare atti di vandalismo. Per il Vittorio Emanuele, invece, una volta che il trasferimento all’ospedale San Marco verrà completato, c’è già il piano di portarci alcuni uffici della Regione proprio in attesa che si avviino i lavori di adeguamento a polo museale. Per la struttura di oltre 15 mila metri quadri di via Plebiscito rimane sul tavolo – e ci sarebbe la conferma che si lavora a ritmi serrati – il progetto di realizzare «un museo dell’Etna, di vulcanologia, una galleria d’arte, una razionale sistemazione dei musei dell’Università», come ha ribadito anche di recente Musumeci in occasione della presentazione della Fiera Mediterranea del Cavallo. In questa direzione, sono già stati fatti diversi sopralluoghi e qualche riunione tecnica. Nell’agenda di Musumeci e Razza, inoltre, ci sarebbe anche un confronto da organizzare con i comitati di quartiere che si sono costituiti per capire quali sono le idee e le esigenze di chi vive il quartiere.

Diverse le ipotesi messe in campo negli anni, riguardo il 
futuro dell’ospedale Vittorio Emanuele. L’idea di sistemarci mensa, alloggi, aule studio, palestra, biblioteca e altri punti di aggregazione in grado di offrire servizi per gli studenti era stata lanciata già, nel 2013, dall’allora candidato sindaco di Catania, Enzo Bianco. Il tutto da realizzare in project financing con la collaborazione dei privati nell’area di circa 330mila metri quadrati. C’era già anche il nome: Montevergine, preso in prestito dalla collina su cui sorge. 

«Il presidente Musumeci ha già parlato con il rettore dell’Università esponendogli la sua idea di fare nella struttura del Vittorio Emanuele un polo museale attrezzato – conferma a MeridioNews Alessandro Cappellani, presidente dell’Ersu di Catania – ma ha garantito di assegnare un’altra struttura, forse il Ferrarotto, per fare fronte all’esigenza di residenze universitarie: a Catania servono circa altri 400 posti letto per gli studenti». A questo proposito il pesidentee dell’Ersu ha incontrato l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla. «L’ho sollecitato a fare chiarezza, visto che la residenzialità studentesca è stata condizionata dal progetto di questo campus. L’unica soluzione – continua Cappellani – è fare un tavolo di lavoro tra Ersu, Regione e Comune. Perché il progetto del polo museale non è da scartare ma c’è bisogno di dare risposte agli studenti sugli alloggi».


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