Rossitto su “La Sicilia”, gli studenti in assemblea

Scoppia il caso Rossitto dopo le dichiarazioni dello stesso professore su “La Sicilia” e, a Scienze politiche, è subito assemblea aperta tra gli studenti. L’Università di Catania ha provveduto ad avviare la contestazione degli addebiti nei confronti del professore al quali sono stati concessi venti giorni di tempo perché rappresenti le sue deduzioni. Ma i ragazzi non ci stanno, vogliono risposte, esigono chiarezza e si riuniscono per discutere dello scandalo.

«L’assemblea è nata dallo sconcerto di molti studenti che, come me, questa mattina hanno appreso la notizia dal giornale”, ci spiega Fabio Tasinato, consigliere di Facoltà, riferendosi all’articolo uscito sul quotidiano “La Sicilia”, nel quale è stata pubblicata un’intervista al professore. Un servizio de Le Iene, non ancora andato in onda, mostrerebbe le immagini del professore e di una sua giovane studentessa, che escono insieme da un motel. Nell’intervista a “La Sicilia” Rossitto sostiene di essere caduto nel tranello teso dalla ragazza con cui dichiara non sia accaduto nulla pur ammettendo di essersi appartato in sua compagnia.
 
Una sala piena di giovani: è l’aula magna della facoltà di Scienze politiche ad accogliere l’assemblea aperta degli studenti. Tanti i presenti, studenti di varie facoltà, e molti di loro a prendere la parola. Una, in particolare, racconta dell’esame, sostenuto appena due mesi fa, col professore Rossitto. Il suo nome è Priscilla, lei come tante altre ragazze ha risposto “no” alle “presunte richieste” che, si vocifera tra i corridoi, il docente sarebbe stato solito fare in sede d’esame. «Dobbiamo stare assieme, ci dobbiamo difendere», dice Priscilla rivolgendosi a tutte le colleghe che, come lei, possono raccontare esperienze simili.

«Noi studenti siamo i principali referenti dell’Università e non viceversa. Dobbiamo fare valere i nostri diritti e smettere di delegare a terzi le responsabilità. Abbiamo tutti il dovere di denunciare ciò che non va»
, sono le parole di Fabio Tasinato. «Basta esami a porte chiuse», intervengono alcune ragazze dalle poltroncine, poi ancora un susseguirsi di opinioni, ipotesi e richieste avanzate dai presenti. «Vogliamo chiarezza» esigono gli studenti facendo riferimento agli organi amministrativi e d’Ateneo che saranno chiamati a prendere un provvedimento a riguardo. «Abbiamo il dovere di mostrare la nostra solidarietà a questa ragazza che ha avuto il coraggio di esporsi. Non possiamo lasciarla sola», continua ancora Tasinato riferendosi alla ventenne protagonista del servizio de Le Iene.

«Ora che è scoppiata la bomba ce la possiamo fare», sono le parole di Priscilla. E poi è ancora Tasinato a lanciare un invito ai colleghi in sala: «Chiunque abbia modo di raccontare la propria esperienza, lo faccia denunciando».


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